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Wagmi PRO | 🧭 Come investire nelle narrative chiave del 2025

Nel mondo crypto – come nei mercati tradizionali – sta emergendo un approccio sempre più strategico: il thematic investing. Non si tratta di inseguire l’hype del momento, ma di puntare su narrative strutturali che stanno riscrivendo i mercati.

In questo report non ci limitiamo a raccontare due trend chiave del 2025 ma ti mostriamo come investirci in modo differenziato, consapevole e coerente con il contesto attuale.



🧠 Intelligenza Artificiale & Tokenizzazione


Se dovessimo puntare i riflettori su due tendenze capaci di riscrivere l’intero panorama cripto-finanziario nel 2025 e oltre, non avremmo dubbi che sarebbero: Intelligenza Artificiale e Tokenizzazione. Due mondi apparentemente distanti, ma uniti da un minimo comune denominatore: stanno costruendo l’infrastruttura del futuro.


🔍 Perché tutti parlano di AI e Tokenizzazione?


Perché non sono semplici nicchie, ma forze sistemiche. Stanno creando nuovi mercati, standard tecnologici, e ridefinendo il modo in cui interagiamo con il valore, i dati e le reti digitali.


L'AI non è solo ChatGPT, ma una nuova era cognitiva. E la Tokenizzazione non è solo DeFi 2.0, ma una nuova era per la finanza, dove ogni asset può essere frazionato, scambiato e programmato globalmente, ma andiamo per gradi.



🏛 Cos’è davvero la Tokenizzazione?


Immagina di poter prendere qualunque asset reale – un appartamento nel centro di Milano, un'obbligazione del Tesoro americano, o persino un'opera d’arte di Banksy – e trasformarlo in un token digitale registrato su blockchain.


Questo è il fulcro del concetto di tokenizzazione: la possibilità di rappresentare, gestire e scambiare beni fisici o finanziari attraverso strumenti digitali programmabili, senza bisogno di passare per banche, notai o intermediari.


Ma attenzione: non è solo la “versione digitale” di un bene! È un cambio radicale di logica.


Tokenizzare un asset significa smontarlo nelle sue componenti essenziali e ricostruirlo in un formato:

  • programmabile (può eseguire regole e condizioni automaticamente),

  • liquido (può essere scambiato in qualsiasi momento),

  • accessibile (chiunque può partecipare, ovunque nel mondo, anche con poco capitale).


💡 Che cosa cambia, concretamente?


Vediamo tre trasformazioni fondamentali che la tokenizzazione rende possibili:


1. Frazionamento dell’investimento

Fino a ieri, per investire in un immobile servivano centinaia di migliaia di euro. Oggi, un appartamento può essere tokenizzato in 10.000 quote, e tu puoi comprarne lo 0,01%.


👉 Vuol dire che in futuro anche tu puoi puoi possedere un pezzetto di un grattacielo a New York, magari per qualche centinaio di euro.


2. Trasferibilità istantanea

Niente più atti notarili, burocrazia cartacea o attese bancarie. Se possiedi un token che rappresenta un asset, puoi trasferirlo in pochi secondi via wallet, in modo peer-to-peer, come inviare un messaggio su WhatsApp.


👉 Puoi comprare un qualsiasi bene tokenizzato in Indonesia e rivenderlo in Brasile 5 secondi dopo.


3. Accesso globale e senza permessi

Non serve essere un cliente privilegiato di una banca d’investimento. Basta avere una connessione internet e un wallet. Da Buenos Aires, Lagos o Bangkok, puoi investire in asset tokenizzati americani o europei.


👉 Significa aprire l’alta finanza a miliardi di persone che oggi ne sono escluse.


📌 Alcuni esempi reali (non teoria, ma già realtà):

  • BlackRock ha iniziato a tokenizzare titoli di Stato americani su Ethereum. È il più grande gestore di asset del mondo. Non un protocollo crypto sconosciuto.

  • Franklin Templeton, altro colosso finanziario, gestisce fondi obbligazionari interamente on-chain, con quote che si muovono come token.

  • JPMorgan, la più grande banca d’affari americana, ha sviluppato una propria infrastruttura per la tokenizzazione di asset reali, che permette settlement istantanei.


Questi non sono esperimenti. Sono i primi mattoni di un'infrastruttura finanziaria che sarà la norma nei prossimi 10 anni.


Così come l’e-mail ha sostituito le lettere cartacee e lo streaming ha sostituito i DVD, la tokenizzazione sostituirà molti degli attuali processi finanziari, rendendoli:

  • più veloci,

  • più inclusivi,

  • più trasparenti.


La differenza è che stavolta non stiamo solo cambiando formato. Stiamo democratizzando l’accesso al capitale, smontando secoli di gatekeeping finanziario.


📌 E nel mondo crypto, chi capisce per primo dove si sposterà l’infrastruttura, può posizionarsi prima che arrivi il grosso dei capitali.



🤖 AI decentralizzata: Una rivoluzione ancora sottovalutata


Quando si parla di Intelligenza Artificiale nel 2025, il pensiero va subito a nomi come ChatGPT, OpenAI, Google DeepMind o Gemini. Modelli straordinari, ma costruiti dentro silos chiusi, alimentati da infrastrutture centralizzate e controllati da poche grandi aziende.


Nel mondo crypto, però, l’AI che interessa non è quella centralizzata. È quella decentralizzata.


Ma cosa significa esattamente?


Immagina un mondo dove:

  • I dati non appartengono a un’azienda, ma a una rete.

  • I modelli di AI non vengono gestiti da server di proprietà privata, ma da reti peer-to-peer distribuite su migliaia di nodi.

  • Gli agenti AI non rispondono a un CEO, ma operano in modo autonomo all’interno di smart contract su blockchain pubbliche.


In altre parole, un’intelligenza artificiale che non può essere spenta, censurata o manipolata da un’autorità centrale.


Immagina un ChatGPT che vive su Ethereum o su una chain ottimizzata per il calcolo distribuito.


Non può essere alterato da chi lo ha creato.


Non può essere “bannato”.


Sarebbe parte integrante del codice della rete.



🔎 Perché ha senso decentralizzare l’AI?


Controllo dei dati: Oggi, gran parte dei dati su cui si allenano i modelli AI appartengono a piattaforme private. Questo significa che l’utente perde il controllo su ciò che produce: testi, immagini, comportamenti.


Con l’AI decentralizzata, invece, i dati possono essere:

  • anonimi,

  • pubblicamente verificabili,

  • gestiti da comunità distribuite.

  • Trasparenza degli algoritmi: I modelli AI centralizzati sono black box: non sai come decidono, con quali bias, con quali criteri.


I modelli decentralizzati, invece, possono essere resi “auditabili”. Ogni fase – dal training alle inferenze – può essere registrata, ispezionata e migliorata pubblicamente.


Infrastruttura resiliente: Un sistema AI su AWS o Google Cloud può essere chiuso con un click. Una rete distribuita non ha un singolo punto di fallimento. È resistente alla censura, ai blocchi politici, agli interessi aziendali.


🧠 AI On-chain: cosa vuol dire, davvero?


Oggi stanno emergendo protocolli che ospitano agenti AI autonomi, capaci di:

  • elaborare input on-chain,

  • prendere decisioni,

  • interagire tra loro attraverso smart contract,

  • e persino evolvere nel tempo, aggiornando i propri pesi o comportamenti secondo logiche decise dalla rete.


Un esempio? Immagina un "consulente finanziario AI" che analizza dati on-chain, monitora wallet pubblici, e propone strategie di investimento personalizzate… il tutto senza mai uscire dalla blockchain.


Oppure un AI curator che seleziona arte digitale e propone collezioni NFT autonome, aggiornate in tempo reale, senza bisogno di un team umano.


🚀 A che punto siamo?


L’AI decentralizzata è ancora nelle sue prime fasi evolutive, paragonabile al Web nei primi anni ‘90: visionaria, pionieristica, ma lontana dalla maturità industriale.


La tecnologia c’è, le idee sono solide, ma le sfide sono ancora evidenti:

  • Latenza e scalabilità nei sistemi di calcolo distribuiti.

  • Costi elevati per eseguire modelli su-chain.

  • Difficoltà di performance rispetto alle infrastrutture centralizzate di Big Tech (AWS, GCP, Azure).


Eppure, proprio per questi limiti, l’AI decentralizzata è una scommessa asimmetrica: chi entra presto e seleziona bene può esporsi a ritorni enormi nel lungo periodo, con payoff binari.

  • 💥 Se vince, può riscrivere le regole dell’interazione uomo-macchina, spostando il potere cognitivo fuori dai silos centralizzati.

  • 🧠 Se fallisce, avrà comunque forgiato un nuovo paradigma culturale attorno a privacy, accesso e sovranità digitale.


📌 Segnale importante: anche Tether – colosso dietro USDT – sta entrando nel campo con QVAC, una piattaforma AI decentralizzata progettata per funzionare interamente su dispositivi locali. Nessun data center, nessun intermediario. Solo agenti autonomi, modulari, capaci di eseguire task e effettuare transazioni in BTC o USDT, in totale autosufficienza.


Questo è un segnale fortissimo: la decentralizzazione dell’intelligenza non è più un sogno da hacker. È diventata una direttrice strategica per i grandi attori della crypto-economia.


E chi la capisce oggi, può posizionarsi su una narrativa che domani non sarà più opzionale.

Sarà la base.


📌 In sintesi


L’AI decentralizzata è una rivoluzione silenziosa, che parte da una domanda semplice ma radicale:

“E se l’intelligenza del futuro non appartenesse a nessuno?”

Nel mondo crypto, questa domanda ha già trovato risposta. E anche se i protocolli sono ancora in fase embrionale, il potenziale è enorme.


Chi oggi capisce perché e come decentralizzare l’intelligenza, può posizionarsi in anticipo su un cambio di paradigma che potrebbe diventare inevitabile.



🚨 Non sono solo tecnologie. Sono vettori di potere


Quando parliamo di AI e Tokenizzazione, non stiamo descrivendo solo innovazioni tecniche. Stiamo analizzando forze politiche, industriali e finanziarie che stanno ridisegnando le fondamenta dell’economia globale.


La tokenizzazione non è una moda. È la risposta concreta a un mondo che chiede:

  • Più liquidità (per affrontare debito e stagnazione),

  • Più automazione (per compensare il calo demografico),

  • Più efficienza (per rimanere competitivi in un nuovo ordine multipolare).


📌 Non è teoria.

  • Gli Stati Uniti hanno già avviato progetti per tokenizzare una parte del debito pubblico.

  • Alcuni fondi sovrani stanno valutando la custodia digitale di asset reali in forma tokenizzata.

  • Le DAO più avanzate sperimentano AI agent on-chain in grado di prendere decisioni collettive, senza intervento umano diretto.


L’AI decentralizzata, dal canto suo, non è un gadget per nerd. È il tentativo di democratizzare l’intelligenza computazionale, di costruire agenti autonomi capaci di operare in ambienti trustless, resistenti alla censura, fuori dal controllo delle big tech.


Tutto questo ci dice una cosa: non stiamo solo innovando. Stiamo cambiando architettura.


📍Nella parte dedicata agli iscritti a Wagmi PRO del report, scendiamo nel concreto:

  • Quali protocolli stanno già ospitando asset tokenizzati con adozione reale?

  • Quali progetti AI stanno costruendo infrastruttura, non solo storytelling?

  • Quali segnali macro e metriche on-chain seguire per differenziare hype da tesi valide?

  • Come allocare in modo strategico, realistico e antifragile nel portafoglio Wagmi?


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