Wagmi PRO | 📄 Crisi Fiscale Globale e Nuovi Massimi di Bitcoin.
- Wagmi Team
- 22 mag
- Tempo di lettura: 13 min
In questo report analizziamo il nuovo massimo storico di Bitcoin come riflesso di una crisi più profonda: la perdita di fiducia nel debito sovrano e nel sistema fiscale globale.
Esploriamo cosa sta succedendo davvero nei mercati obbligazionari, perché Bitcoin ne sta beneficiando, e capiamo se e quando ci saranno le condizioni perché il rally si estenda alle alt-coin.

🧨 All Time High, sì, lo so…
Lo so che state ancora festeggiando l’ATH di Bitcoin.
Avete già aperto il configuratore Lamborghini in un’altra finestra e state scegliendo tra il giallo “crypto guru” e il nero opaco “bear market survivor”.
Non vorrei fare il guastafeste — anzi, forse un po’ sì — ma mentre il grafico di BTC sale verticale, io sono qui con un bel report super tecnico tra le mani.
Perché?
Perché mentre tutti guardano il prezzo, noi vogliamo capire cosa lo muove davvero.
E soprattutto:
Questo nuovo massimo storico è solo l'inizio? Oppure siamo all'inizio di un pump che ci porterà in alt-season?
Questo non è solo un market update, è una guida strategica per capire:
Cosa sta succedendo nei mercati globali (spoiler: non è solo fomo per le crypto).
Perché i bond tremano mentre Bitcoin sale.
Quali segnali macro ci dicono se — e quando — potrà davvero iniziare una nuova altseason.
Benvenuti nel nuovo ciclo. Comincia oggi. 🐋
🧩 2025: Un Cambiamento Strutturale
Per anni, abbiamo vissuto in un contesto macroeconomico che sembrava stabile: i tassi d’interesse erano bassi, l’inflazione sotto controllo, e i governi potevano permettersi di spendere molto senza preoccuparsi troppo del debito. In altre parole, sembrava che il sistema funzionasse a prescindere da quanto disavanzo fiscale si accumulasse.
Ma il 2025 sta rompendo questa narrativa. Quello che stiamo osservando è un cambiamento strutturale: i rendimenti obbligazionari a lungo termine stanno salendo ovunque, e non è colpa della Federal Reserve o delle banche centrali in generale. È il mercato a chiedere un ripensamento.
Ma cosa vuol dire esattamente?
🧮 Partiamo dai fondamentali: cos’è un tasso a lungo termine?
Quando un Paese come gli Stati Uniti emette debito (i famosi Treasury bond), promette agli investitori di restituire quei soldi con un certo interesse. Più lungo è il periodo (ad esempio, 20 o 30 anni), più incerto è il futuro. E quindi, più alto è il “premio” richiesto per prestare quei soldi: questo è il rendimento a lungo termine.
In tempi normali, se l’economia è stabile e la fiducia nel governo è alta, questo premio è relativamente basso. Ma se gli investitori iniziano a dubitare della capacità di uno Stato di “mettere in ordine i conti”, iniziano a chiedere un tasso più alto. È quello che sta succedendo oggi.
📊 Cosa dicono i numeri?
Ecco alcuni dati aggiornati:
🇺🇸 Il Treasury a 30 anni (30Y) USA ha superato il 5% di rendimento, un livello che non si vedeva stabilmente dal 2007.
🇯🇵 Il bond giapponese a 10 anni ha superato l’1% — un evento raro in un Paese che per decenni ha avuto tassi vicini allo 0%.
🇩🇪 Anche il Bund tedesco a 10 anni è tornato sopra il 2,5%, segno che la “fiducia fiscale” non è più scontata nemmeno in Europa.

Ma perché questo è importante?
Perché quando i rendimenti salgono, il valore dei bond scende. Questo crea perdite per chi li detiene e costi più alti per chi li emette (cioè gli Stati).
🔁 Non è solo la Fed a guidare il gioco
Fino a qualche anno fa, bastava che la banca centrale americana (la Fed) parlasse di “pausa” o “tagli ai tassi” e i mercati reagivano positivamente. Oggi non è più così. Anche quando la Fed prova a rassicurare, il mercato non si fida.
Questo perché la vera preoccupazione non è più solo “quanto costa il denaro”, ma “quanto è sostenibile il debito che gli Stati stanno accumulando”.
È un po’ come se un mutuatario chiedesse una nuova ipoteca, ma la banca iniziasse a dubitare che riuscirà a pagare le rate future: il problema non è il tasso attuale, ma la credibilità dell’intero sistema.
🧠 Fiducia Fiscale: il nuovo driver dei mercati
Il termine può sembrare tecnico, ma è semplice: la fiducia fiscale significa credere che un Paese, anche se oggi spende molto, domani saprà riportare i conti sotto controllo. Se questa fiducia crolla, il mercato chiede rendimenti più alti per compensare il rischio.
E se tutti iniziano a dubitare… si innesca un circolo vizioso:
Gli Stati devono offrire tassi più alti per collocare il proprio debito.
Questo aumenta la spesa per interessi sul debito.
Il deficit cresce ancora di più.
La fiducia cala ulteriormente.
È una cosiddetta Debt Spiral che inizia a ricordare le dinamiche di Paesi emergenti, ma che oggi riguarda le grandi potenze economiche globali.
🔍 Un sistema costruito su illusioni
Per anni, l’architettura della finanza pubblica globale si è basata su un insieme di presupposti che, a posteriori, si stanno rivelando illusioni. Come castelli di carte che stanno crollando uno dopo l’altro. Vediamoli uno a uno.
🧨 1. L’illusione che i governi possano sostenere deficit cronici senza conseguenze
Dopo il 2008, e ancor più dopo la pandemia, la spesa pubblica è esplosa ovunque. Negli Stati Uniti, il deficit federale ha superato il 7% del PIL già nel 2023, ed è previsto stabile sopra il 6% anche nei prossimi anni.
In Giappone siamo oltre il 9%, e in Europa si discute di riscrivere le regole fiscali per accettare disavanzi strutturali più ampi.
La narrativa dominante era: “tanto i tassi restano bassi, possiamo permetterci più spesa”. Ma il mercato sta iniziando a chiedere il conto. Non tanto perché “odia i deficit”, ma perché non vede più un piano credibile per rientrare.
📉 Se i governi non mostrano volontà (o capacità) di ridurre il debito nel lungo periodo, allora anche il debito emesso oggi diventa più rischioso. E il rischio si paga: con tassi più alti.
🔋 2. L’illusione che il debito pubblico non abbia un costo reale
Quando i tassi erano allo 0%, il debito sembrava gratis. Gli interessi pagati dal Tesoro USA nel 2021 erano il 1,6% del PIL.
Oggi? Sono saliti al 3,1% del PIL, più del doppio in soli tre anni.
E non è finita: il debito va rifinanziato. Ogni trimestre, il Tesoro americano deve emettere trilioni di dollari in nuovi bond, non solo per coprire la spesa corrente, ma per sostituire quelli vecchi in scadenza. Se il nuovo debito costa il 5% invece che l’1%, la spesa per interessi esplode.
🧮 Esempio pratico: se il debito USA è 34 trilioni di dollari, ogni 1% di aumento nei tassi costa 340 miliardi l’anno in più. Solo in interessi. Che vanno pagati… con nuove tasse o nuovo debito.
🔁 3. L’illusione che si possa rifinanziare per sempre a tassi bassi
Questa è forse l’illusione più pericolosa: che il debito non sia mai un problema, perché “tanto c’è sempre qualcuno disposto a comprarlo”. Ma questo presupposto è oggi sotto attacco.
I segnali sono chiari:
Downgrade degli USA da parte delle agenzie di rating: un segnale simbolico, ma che ha riacceso i riflettori sulla sostenibilità fiscale.
Asta flop dei Treasury USA a 20 anni: domanda debole, rendimenti in rialzo, fiducia in calo.
Dollar Index debole: il mercato inizia a scontare una perdita di attrattività del dollaro come riserva globale.
Pressione sui bond giapponesi: anche il Giappone, da sempre acquirente di Treasury USA, sta vedendo salire i suoi rendimenti → meno flussi verso gli USA.
Il messaggio del mercato è chiaro: non basta più emettere debito, serve una credibilità fiscale.
Non stiamo parlando di eventi isolati, ma di un unico grande cambiamento strutturale. Per decenni, l’intero sistema economico globale ha vissuto su un equilibrio fragile:
deficit sempre più alti,
tassi sempre più bassi,
fiducia sempre data per scontata.
Ora quel sistema sta entrando in crisi. I rendimenti salgono perché il rischio percepito sale. Le banche centrali sono sempre meno in controllo. Gli investitori iniziano a cercare alternative fuori dal perimetro statale.
E qui entra in gioco Bitcoin.
🔄 La nuova narrativa: il mercato “chiede il conto”
Per anni, abbiamo vissuto un ciclo dopato: politiche fiscali espansive, deficit crescenti, banche centrali accomodanti. In questo contesto, ogni shock veniva sterilizzato da un taglio dei tassi o da un nuovo round di QE (quantitative easing). Ma ora, quel ciclo è finito.
🧠 Non è un’anomalia tecnica, è un cambiamento sistemico
L’aumento dei rendimenti a 30 anni non è un errore di politica monetaria né un problema momentaneo di liquidità.
👉 È una rinegoziazione del contratto implicito tra mercati e Stati.
Il mercato sta chiedendo tassi più alti non perché si aspetta inflazione immediata, ma perché non si fida più del lungo termine fiscale dei governi.
In particolare:
Nessun Paese del G7 ha piani seri per ridurre il debito.
Le spese post-pandemia non sono mai state riassorbite.
Ogni nuovo shock (es. guerre, emergenze climatiche, stimoli elettorali) diventa pretesto per aumentare il deficit.
Il messaggio implicito del mercato è: "Non ci fidiamo che questo debito verrà mai ripagato". E quindi, vogliamo un premio di rischio più alto.
Fine del debito gratuito.
Fine della pax fiscale globale.
💰 Bitcoin ai massimi storici non è un’anomalia. È una risposta.
Il 21 maggio 2025, Bitcoin ha superato i $109.000, segnando un nuovo all-time high (ATH). E questo nonostante:
i tassi USA a 10 e 30 anni in forte risalita,
i mercati equity sotto pressione,
il dollaro in calo.
A prima vista, potrebbe sembrare una distorsione.
In teoria, tassi alti dovrebbero penalizzare asset speculativi come Bitcoin.
Ma non è più così.
Il contesto è cambiato.
Bitcoin non sta salendo “nonostante” la crisi del debito. Sta salendo a causa della crisi del debito!
🟡 Tre nuove narrazioni su Bitcoin che il mercato sta interiorizzando
1. Bitcoin come bene rifugio alternativo
Nel passato, il bene rifugio per eccellenza era l’oro. Oggi, Bitcoin si sta ritagliando lo stesso ruolo. È:
limitato nella supply (21 milioni),
non inflazionabile,
globale e digitale.
In un mondo dove le valute fiat vengono diluite e i bond diventano tossici, Bitcoin offre una protezione contro la svalutazione monetaria sistemica.
2. Bitcoin come asset non statale
Tutti gli asset tradizionali — bond, valute, azioni — dipendono in ultima analisi da scelte politiche: banche centrali, bilanci statali, regolazioni. Bitcoin no. Non ha una banca centrale. Non ha debito. Non può essere manipolato per ragioni elettorali.
👉 Questo lo rende particolarmente attraente quando la fiducia nei governi vacilla.
3. Bitcoin come risposta alla sfiducia sistemica
Ogni rialzo dei rendimenti obbligazionari è, oggi, un segnale di sfiducia nel sistema fiscale. E ogni segnale di sfiducia... è benzina per Bitcoin.
Gli ETF su BTC attirano flussi istituzionali.
I retail vedono BTC come “l’ultima scialuppa” in un sistema che scricchiola.
Alcuni Stati (USA, Brasile, forse Giappone) iniziano a valutare BTC come riserva strategica.
📌 La narrativa si è ribaltata
Nel vecchio mondo:
“Se i tassi salgono, Bitcoin scende.”
Nel nuovo mondo:
“Se i tassi salgono per sfiducia nel debito, Bitcoin diventa più prezioso.”
Bitcoin sta entrando in una nuova fase: da asset speculativo a misura della crisi. Un barometro della rottura fiscale. Una risposta di mercato alla perdita di fiducia nei pilastri economici classici.
🌎 Le forze che stanno ridisegnando i flussi globali
🟠 1. Fuga dai bond, entrata in BTC
Per decenni, i titoli di Stato americani — i Treasury — sono stati l’asset più sicuro al mondo. Ma ora qualcosa si è rotto. Le opzioni sui Treasury mostrano una crescita netta delle posizioni short: gli investitori scommettono su un’ulteriore salita dei rendimenti (cioè caduta dei prezzi dei bond).
Questo è un segnale potente: il mercato sta scaricando il debito USA.
Nel frattempo, gli ETF su Bitcoin stanno vivendo un momento storico:
Solo a maggio 2025, hanno registrato flussi netti per 3,6 miliardi di dollari.
Il volume aggregato supera quello degli ETF su oro per la prima volta in un mese intero.
BlackRock, Fidelity, Grayscale: tutti segnalano una rotazione di portafoglio verso BTC.
👉 Questo non è un rally da retail: è una riallocazione istituzionale. Un esodo silenzioso da asset a rischio fiscale verso asset a rischio "non statale".
🟢 2. De-dollarizzazione in atto
Il dollaro è stato a lungo il perno del sistema finanziario globale. Ma se la fiducia fiscale si erode, anche il dollaro perde appeal. Le banche centrali dei Paesi emergenti (e non solo) stanno riducendo le riserve in USD e cercando alternative.
Bitcoin offre:
una supply fissa (21 milioni, codificati),
resistenza alla manipolazione monetaria,
accessibilità globale.
Per questo, inizia a essere visto come riserva alternativa digitale. In particolare:
Il Brasile ha annunciato l’inizio di una riserva strategica in Bitcoin.
In Svizzera è in discussione una legge per includere BTC nelle riserve della Banca Centrale.
Anche la Cina, pur cauta, osserva l’evoluzione del mercato Bitcoin come possibile diversificatore nel lungo periodo.
👉 Bitcoin sta diventando una risposta concreta al rischio di monetizzazione del debito americano. Se il mercato inizia a credere che gli USA dovranno “stampare moneta” per pagare i debiti, allora il dollaro perde potere… e BTC lo guadagna.
🔵 3. L’effetto Giappone: meno capitali verso i Treasury
Per anni, il Giappone è stato uno dei maggiori acquirenti esteri di Treasury USA. Ma ora qualcosa è cambiato:
Il rendimento del bond giapponese a 10 anni ha superato l’1%, un livello che non si vedeva da 12 anni.
Le banche e i fondi giapponesi trovano ora più conveniente tenere i capitali in patria, piuttosto che esportarli in bond USA.
Questo ha due effetti:
Meno domanda per i Treasury → rendimenti in salita.
Più pressione sul dollaro → ricerca di asset alternativi tra gli investitori asiatici.
💡 In pratica, il Giappone sta “re-importando” i suoi capitali, riducendo la domanda per debito USA.
Anche questo fattore sta contribuendo alla pressione globale sui bond e all’ascesa di BTC come alternativa.
🔴 4. Bitcoin come asset geopolitico
Il 7 marzo 2025, l’amministrazione Trump ha firmato un ordine esecutivo per creare la Strategic Bitcoin Reserve, un “Fort Knox digitale” alimentato dai BTC confiscati dal governo e non destinato alla vendita.
Questa mossa ha enormi implicazioni:
Formalizza Bitcoin come asset sovrano.
Segnala ai mercati che gli Stati Uniti non escludono un sistema finanziario multipolare dove BTC coesiste accanto al dollaro.
Legittima l’adozione istituzionale a livello globale.
👉 Bitcoin non è più solo un investimento: è una leva geopolitica.
Gli Stati iniziano a trattarlo come trattano l’oro: accumulo, conservazione, uso strategico.
Il messaggio implicito: se anche i governi iniziano ad accumulare BTC, allora chi è fuori… rischia di rimanere indietro.
📌 Outlook Strategico: Cosa Aspettasi Dalle Alt-coin?
In questa fase, i mercati si muovono lungo un equilibrio instabile. Bitcoin ha rotto nuovi massimi, ma la rotazione verso le altcoin tarda ad arrivare. Perché?
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