Wagmi PRO | 🌡️ Il Sistema che Non Può Fermarsi
- Wagmi Team

- 10 nov
- Tempo di lettura: 11 min
C’è un momento in ogni ciclo in cui la superficie sembra calma ma la pressione sotto inizia a salire. I mercati oscillano, la narrativa si confonde, e chi guarda solo i prezzi non vede che qualcosa sta cambiando. È quella fase in cui tutto il mercato sembra stabile e noioso, finché di colpo non lo è più. In questo report vi spiego cosa aspettarsi nei prossimi 6/12 mesi nel mercato delle crypto.

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E ora veniamo a noi miei cari...
Introduzione: Decidetevi!
Nella mattina di giovedì 06/11, Bitcoin è sceso, per pochi minuti, sotto i 100.000 dollari. Il mio feed sui social si è riempito all’istante di previsioni da “nuovo bear market”, di analisti improvvisati che tracciavano trendline apocalittiche, e di messaggi privati con la stessa domanda:
“Ste, quali sono i tuoi target per il bear market?”
Quattro ore dopo, Bitcoin era di nuovo poco sopra ia 103.000 $, e le stesse persone mi chiedevano quale altcoin comprare prima che “riparta tutto”.
Nel giro di mezza giornata, il sentiment collettivo era passato dal panico alla FOMO.
E sapete cosa è cambiato in quelle 4 ore? Nulla!
Né il contesto macro, né i flussi, né la liquidità, nessuno strano tweet di Trump, niente, nada de nada: sono cambiati solo i prezzi e con essi la psicologia di chi li guarda.
La verità è che la maggior parte delle persone non sta vivendo il mercato, lo sta subendo: ogni candela diventa un’emozione, ogni correzione una crisi esistenziale, ogni rimbalzo una speranza di rivincita. Ma il mercato punisce chi si lascia prendere dalle emozioni.
Lo ripeto spesso e ieri è stato l’ennesimo promemoria: se vivete il mercato con l’emotività, vi travolgerà, perché il mercato non è fatto per essere capito a ogni ora, ma per essere attraversato nel tempo.
E il tempo, per chi sa leggere, parla sempre più chiaro dei prezzi.
Altseason?
Qualcuno di voi avrà notato che due giorni fa ho pubblicato un post su X:

Questo post immagino abbia fatto sorridere molti, soprattutto perché l’ho scritto nel momento in cui Bitcoin stava scendendo sotto i 100.000 $ e il sentiment era sottoterra.
Sarà sembrata una provocazione, o una sfida alla realtà. Ma non lo è.
E' una lettura del ciclo, non un atto di fede, non scrivo cose a caso.
E il bello, o l’ironia se vuoi, è che nemmeno 12 ore dopo erano tutti (quasi) d’accordo con me.
Bitcoin ha rimbalzato tornando sopra alla soglia psicologica dei 100k, e le altcoin hanno reagito più decise di BTC, così gli stessi ch poche ore prima e gridavano “bear market” cercavano le entry sulle small cap.
Niente di nuovo, è sempre così, ma dovete capire che il mercato non cambia così in fretta, cambiano solo le emozioni di chi lo guarda.
Chi mi segue da tempo lo sa, le mie idee sono elastiche, ma non impulsive, posso cambiare totalmente prospettiva e visione di mercato, ma non ogni 12 ore, perché se il tuo pensiero si muove alla stessa velocità del prezzo, allora non stai pensando: stai reagendo alle tue emozioni.
La verità è che vivere il mercato in modo sano non significa prevedere ogni movimento, ma piuttosto significa capire dove ti trovi nel ciclo.
Chiediti sempre: In che fase siamo?
Quando scrivo che “l’alt-season è più vicina di quello che pensi”, non lo dico per caso, lo dico perché i segnali che contano stanno disegnando la stessa configurazione che ha sempre preceduto una rotazione.
Non è una casualità, ma è forse la prima crepa nella narrativa del bear market che tutti erano già pronti a propinarvi.
Ma qui il punto non è indovinare la prossima settimana, il punto è capire che tipo di mercato stiamo vivendo per capire la direzione di lungo periodo, e quello che vedo oggi è un mercato iper-emotivo, iper-reattivo e completamente disconnesso dal contesto macro reale e mentre la maggior parte delle persone si preoccupa della prossima candela oraria, il sistema sta già cambiando direzione sotto la superficie.
Per questo dico: decidetevi!
Non perché io voglia convincere qualcuno che il bull market sia non sia ancora finito, e che la mia lettura sia quella giusta a prescindere (anzi potrei decisamente sbagliarmi), ma perché se vi fate influenzare dal sentiment del giorno, sarete sempre girati dalla parte sbagliata del mercato.
🎯 “It’s not QE” e altre favole per adulti
Va beh dopo la ramanzina torniamo a parlare di dati: ogni epoca ha la sua grande illusione, la nostra è credere che le banche centrali possano “normalizzare” l'economia con la politica monetaria.
Ora mi spiego meglio.

Per anni abbiamo sentito analisti e giornalisti economici in TV spiegarci con aria da professori che il QE non inflaziona gli asset, perché “è solo uno scambio contabile tra bond e riserve bancarie”.
Gli stessi che, nel 2020, nel mezzo della peggiore recessione dal periodo della seconda guerra mondiale, non capivano perché i mercati stessero segnando nuovi massimi.
Oggi, quegli stessi economisti ammettono che "sì, il QE gonfia i prezzi", ma si rifugiano dietro una nuova scusa:
“Non è la liquidità in sé, ma l'intento che ne traspare.”
Praticamente secondo loro il sentiment con cui la FED agisce ha un impatto sui mercati, magnifico. Irreale ma magnifico!
Sarebbe come dire che quando fai benzina alla macchina, se la fai sorridendo, la macchina poi andrà più veloce, siamo allo stesso livello di correlazione.
E così il gioco continua: ogni volta che il sistema ha bisogno di più denaro per restare in piedi, si inventa un nuovo nome per la stessa cosa.
Non è QE. È un' “operazione di stabilità”, non è stampa di moneta, è “gestione del collaterale”, non è monetizzazione del debito, è “supporto tecnico ai mercati”.
Cambiano i nomi, ma la realtà resta la stessa: stanno rifinanziando il debito stampando denaro.
La nuova normalità: liquidità infinita o collasso
Il mito della “stretta monetaria” è ormai una farsa, lo si vede, ogni tentativo di drenare liquidità dura il tempo necessario perché qualcosa si rompa.
Il sistema è diventato talmente fragile che non può più sopportare scarsità di denaro.
Ogni dollaro di debito genera nuovo debito, ogni crisi di liquidità genera nuova liquidità, ogni “QT” termina nello stesso modo: con un nuovo “Not QE”.
E non è un’anomalia. È la struttura stessa del modello.
Il debito è diventato il carburante della crescita, e la liquidità l’unico modo per non implodere sotto il suo stesso peso. Non si tratta più di economia, ma di termodinamica monetaria: il sistema deve espandersi per sopravvivere.
E come ogni organismo che vive di eccesso, non smetterà di crescere per scelta. Smetterà solo quando non potrà più farlo.
Il futuro è già scritto: reflazione perenne
Chi parla ancora di “soft landing” o “fine del ciclo della liquidità” non ha compreso la vera dinamica: non esiste più una linea tra stimolo e crisi. Viviamo in un continuum di reflazione perenne, dove ogni rallentamento viene compensato da nuova liquidità.
Il “Not QE” non è una parentesi, è la nuova regola. E in questa regola, gli asset duri e scarsi diventano la misura reale del valore.
Per questo Bitcoin non è una scommessa speculativa ma è la logica conseguenza di un mondo che non può più permettersi la scarsità.
Quando il sistema deve scegliere tra default e inflazione, sceglie sempre l’inflazione. E ogni volta che lo fa, Bitcoin sale, non perché il mercato “crede”, ma perché l’aritmetica della liquidità non lascia alternative.
Anche Ray Dalio due giorni fa ha messo in guardia i mercati:
“La Fed rischia di commettere un errore nel momento più delicato. Fermare il QT o tornare a espandere il bilancio oggi equivale a monetizzare il debito.”
Dalio sottolinea come questo avvenga in un contesto in cui l’economia americana non è in recessione, ma i multipli azionari e il debito federale sono già ai massimi storici.
Insomma, la Fed non sta stimolando per salvare l’economia: sta pompando liquidità per evitare che il sistema creditizio collassi sotto il proprio peso.
È la fase finale di quello che Dalio chiamaThe Big Debt Cycle: uno stadio in cui il debito è così elevato che ogni tentativo di normalizzazione causa un incidente sistemico. E quindi si stampa, sempre di più, sempre più in fretta.
Per gli investitori, questo significa una sola cosa:i prossimi flussi di liquidità non saranno “stimolo”, ma sopravvivenza travestita da politica monetaria.
E quando la liquidità torna, non lo fa mai in modo neutro. Si riversa prima dove trova meno attrito: asset finanziari, tecnologia, Bitcoin...
Bitcoin come cartina di tornasole
Bitcoin misura ciò che il linguaggio economico nasconde: la perdita costante di potere d’acquisto della moneta fiat.
Ogni ciclo di espansione monetaria, dichiarata o mascherata che sia, si traduce in un rialzo strutturale del suo prezzo, non serve “credere” in Bitcoin, basta osservare il denominatore: il valore del dollaro che si diluisce.
Il suo ruolo nel sistema non è quello di un’alternativa al denaro tradizionale, ma di un rivelatore del suo fallimento, è l’unità di misura che espone la bugia della stabilità monetaria alla realtà dei fatti.
La verità è semplice: un sistema costruito su debito deve continuare a creare debito per sopravvivere. E per sostenere quel debito, deve creare liquidità. Sempre di più, sempre più velocemente. E sapete come si crea nuova liquidità? Con nuovo debito! è un circolo vizioso, dove liquidità e debito hanno bisogno uno dell'altro.
Il risultato non è una crisi, è una forma di default perpetuo attraverso la svalutazione del denaro.
Gli asset con offerta infinita (come la moneta fiat) perderanno valore. Quelli con offerta finita (come Bitcoin) lo accumuleranno.
E mentre gli economisti continueranno a dibattere su cosa “sia o non sia QE”, i grafici continueranno a fare nuovi massimi.
La Fed sta giocando col fuoco!
C’è un’espressione che gira sempre più spesso nei desk macro americani: “The Fed is running it hot.” Tradotto: la Federal Reserve sta pompando stimolo in un’economia che non ne ha bisogno.
E la cosa straordinaria è che i mercati lo sanno .
Il punto è questo: la Fed ha dichiarato che i segnali di debolezza nel mercato del lavoro sono sufficienti per riprendere e continuare i tagli ai tassi. Ma allo stesso tempo, l’inflazione sta risalendo, la crescita resta solida, e gli indici azionari americani toccano nuovi massimi quasi ogni giorno.
È una combinazione anomala: storicamente, i tagli arrivano quando l’economia rallenta, gli utili calano... Oggi succede il contrario: la Fed taglia mentre tutto sale.
E come sempre, la liquidità in eccesso troverà un’unica via di fuga: gli asset rischiosi.
Questa fase ricorda molto la seconda metà del 2024.
Allora, dopo un’estate con dati deboli sull’occupazione, la Fed tagliò 100 punti base in pochi mesi, anche se inflazione e crescita stavano riprendendo. Risultato? Un rally verticale su azioni, cripto e materie prime.

Oggi la storia si ripete quasi identica:
i dati sul lavoro si indeboliscono marginalmente,
il mercato si prepara per un nuovo ciclo di tagli,
È la stessa combinazione che nel 1998 portò alla leggendaria fase di euforia pre-dotcom: la Fed di Greenspan tagliava per precauzione, mentre i mercati volavano.
Come ha scritto Jurrien Timmer (Fidelity):
“Il fatto che la Fed stia tagliando mentre il mercato è forte ricorda il ciclo post-LTCM del 1998.”
E sappiamo com’è andata a finire: due anni di melt-up storico, poi lo scoppio della bolla.

Se questo schema dovesse ripetersi oggi, il picco del ciclo, il nuovo “March 2000 moment” si collocherebbe nel 2026 o addirittura inizio 2027.
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