Wagmi PRO | 🚨 Niente alt-season in questo ciclo?
- Wagmi Team

- 1 set
- Tempo di lettura: 10 min
È questa la frase che da qualche giorno rimbalza tra social, analisti e investitori dopo la correzione che ha riportato Bitcoin sotto i 110k. C’è chi sostiene che il ciclo sia già finito, che le alt-coin siano morte e che non vedremo mai più una vera alt-season come nei cicli passati.
siamo davvero di fronte a un mercato che ha esaurito la spinta, oppure stiamo semplicemente vivendo la solita fase di reset che ogni bull run porta con sé?

"Niente Alt-season in questo ciclo!"
Così titolano in molti dopo la correzione che ha portato Bitcoin da 124k a sotto i 110k $.
Insomma bastano pochi giorni di rosso perché tornino a galla le solite narrazioni: “il ciclo è finito”, “altcoin morte”, “eccoci di nuovo in bear market” , "niente Alt-season in questo ciclo!"
È sempre la stessa storia. La volatilità viene scambiata per un segnale di fine corsa, come se un mercato che ha appena messo a segno mesi di crescita verticale non potesse fermarsi a respirare.
La verità è che correzioni e pullback non sono anomalie: sono la norma in ogni bull market, il mercato vive di correzioni: è lì che si eliminano gli eccessi, che si mette alla prova la convinzione degli investitori, che si creano le vere opportunità. Dovete essere pazienti come dice il grande Warren.

Ogni fase di reset separa chi ragiona a lungo termine da chi si lascia trascinare dall’emotività di breve.
Il punto non è farsi spaventare dal rumore, ma leggere il contesto: stiamo vivendo un reset temporaneo destinato a consolidare la struttura del mercato, o davvero un cambio di trend strutturale? È questa la domanda da porsi.
🐋 Ethereum Season
Nell'ultimo periodo è innegabile che al centro del palcoscenico si sia esibito Ethereum che ha toccato nuovi ATH prima di vedere il mercato rifiatare.
Nulla di strano: quando un asset arriva su un livello così importante è normale che ci siano pullback ripetuti prima di una vera rottura.

In più, la fine dell’estate è storicamente una fase di bassa liquidità e poche news: il mondo si ferma, e anche i mercati entrano in modalità “attesa”.
Diciamo che non mi aspetto fuochi d’artificio prima della seconda metà di settembre, fino ad allora serve solo pazienza, e per chi ha liquidità a disposizione questa fase potrebbe essere, in mia opinione, una delle ultime buone occasioni per accumulare asset validi a prezzi interessanti in questo ciclo, ora vediamo perché leggendoci qualche dato.
Quale exchange usiamo ogni giorno?
Semplice: BingX. Affidabile, completo, ideale per operare su BTC, ETH e tutte le principali crypto.
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🩺 Il Sentiment di Mercato: Fear & Greed Index
Uno degli strumenti più immediati per misurare il sentiment degli investitori è il Crypto Fear & Greed Index. Ad oggi ci troviamo a quota 40, in zona neutrale al limite con la zona di "paura".

All’inizio di agosto l’indice oscillava sopra quota 60 (Greed) grazie sopratutto alla run di Ethereum appunto, con la correzione delle ultime settimane invece, il sentiment si è deteriorato velocemente fino a riportarsi sui livelli di cautela odierni.
Va sempre ricordato che nei cicli precedenti, le zone di Fear (30–40) hanno rappresentato aree di accumulo ideali. Al contrario, i livelli di Extreme Greed (80–100) sono sempre stati i più pericolosi: momenti in cui il mercato diventa fragile e vulnerabile a brusche correzioni.
Insomma il quadro del Fear & Greed Index ci dice quindi che il mercato oggi non è in euforia, ma nemmeno in panico. È in una fase di attesa.
Cosa ci vuole per smuoverlo?
Chi segue i nostri report lo sa: i bull market non nascono dal nulla ma da un solo fattore determinante: liquidità! Tutte le narrative possono accendere micce speculative, ma senza nuova liquidità i fuochi d’artificio durano pochissimo.

E uno dei momenti più potenti in cui questa liquidità viene liberata è quando la Federal Reserve decide di tagliare i tassi di interesse.
✂️ Perché un taglio dei tassi cambia tutto
Negli ultimi tre anni il mercato americano ha vissuto una delle montagne russe monetarie più rapide della storia recente. Nel 2020, in piena pandemia, la Federal Reserve portò i tassi praticamente a zero per sostenere famiglie e imprese, inondando l’economia di liquidità.
In mia opinione una mossa folle.
Poi, a partire dal 2022, l’inflazione fuori controllo costrinse la Fed (in ritardo) alla stretta più aggressiva degli ultimi quarant’anni: in poco più di dodici mesi i tassi sono passati dallo 0% a oltre il 5% (altra follia).

Un taglio dei tassi non è un atto simbolico: è la leva più potente che la Federal Reserve può muovere. E il suo effetto si propaga in catena, toccando famiglie, imprese e investitori globali.
1. Le famiglie
Quando la Fed abbassa i tassi, la prima conseguenza è immediata:
i mutui diventano più leggeri,
i prestiti auto e personali costano meno,
le carte di credito riducono gli interessi.
È come se ogni mese milioni di americani trovassero qualche centinaio di dollari in più nel portafoglio: più soldi disponibili, più consumo, più propensione a investire e rischiare.
2. Le imprese
Per le aziende il meccanismo è ancora più evidente:
rifinanziare il debito a tassi più bassi riduce i costi finanziari,
nuove linee di credito diventano più economiche,
i progetti di espansione tornano redditizi perché il costo del capitale scende.
Immagina una grossa società che paga 50 milioni l’anno di interessi. Con i tassi più bassi, quella spesa si riduce a 30. Sono 20 milioni liberati che possono finire in investimenti, assunzioni… o buyback di azioni.
3. Gli investitori
Qui avviene lo spostamento più sottile ma decisivo: quando i tassi scendono, i rendimenti obbligazionari si comprimono, mettiamo ad esempio il Treasury a 10 anni che pagava il 5% ora paghi il 4% e improvvisamente, per un fondo pensione o per un hedge fund, quei titoli diventano meno attraenti.
E quindi cosa fanno?
Devono cercare rendimento altrove: prima sull’azionario e infine sugli asset alternativi come le cripto.
Più il rendimento “risk free” si abbassa, più capitale fluisce lungo la curva del rischio.
🌊 La cascata della liquidità
Ecco il ragionamento che tutti sbaglieranno in questa fase, anche se è molto semplice, ti ci faccio arrivare con una domanda logica: quando la diga viene aperta e l'acqua comincia a fluire a valle ci mette meno a riempirsi un lago o una pozzanghera?
Vedi è semplice...no?
Qui arriva il punto cruciale: non tutte le cripto reagiscono allo stesso modo.
Bitcoin è diventato un asset “istituzionale”: enorme, più stabile, più lento a muoversi.
Ethereum segue una logica simile, anche se con più narrativa tech.
Le alt-coin, invece, hanno una caratteristica che le rende esplosive: la loro elasticità ai flussi di liquidità.
Ad esempio: se oggi immettessi 10 miliardi di $ su Ethereum, il prezzo si muoverebbe di circa il 2%. Con gli stessi 10 miliardi su Solana, invece, l’effetto sarebbe vicino al 10%. Stesso investimento, risultato molto più amplificato, e parliamo di Solana, non di una alt-coin sconosciuta.
È lo stesso principio che in borsa spiega perché le small cap, nei momenti di liquidità abbondante, sovraperformano le blue chip: la loro elasticità ai flussi è molto più alta.
👀 Lo abbiamo già visto accadere
Non parliamo solo di teorie, e vedrete che i dati, infatti, raccontano la storia meglio di qualunque ipotesi.
Ad esempio, prendiamo la TOTAL3, la capitalizzazione complessiva di tutte le cripto escluse BTC ed ETH.
Negli ultimi anni la TOTAL3 è diventata uno degli indicatori più utili per capire lo stato di salute del mercato cripto al di là dei “due giganti” Bitcoin ed Ethereum. Se BTC è la riserva di valore del settore ed ETH il suo motore infrastrutturale, la TOTAL 3 rappresenta invece il “rischio puro”: tutto ciò che sta oltre le due colonne portanti, quindi le altcoin.
Guardare la TOTAL3 significa osservare la liquidità marginale del mercato, quella che si muove quando gli investitori sono pronti a salire un gradino più in alto sulla curva del rischio.
Storicamente, i cicli mostrano una dinamica chiara e ogni volta che la Fed ha tagliato i tassi, la TOTAL3 ha reagito in modo violento:
2019, la Fed taglia complessivamente 0,75%. Nei 12 mesi successivi la TOTAL3 fa +57%.

Nel 2020 abbiamo avuto i tagli d’emergenza per 1,5 punti in piena pandemia, la TOTAL3 schizza di oltre +700%.

2024: primo taglio a dicembre. Nei mesi successivi la TOTAL3 è salita di oltre +100%.

Insomma negli ultimi tre cicli di tagli ai tassi, la TOTAL 3 ha avuto una crescita media del +295% nei 12 mesi successivi al primo taglio.
Se prendiamo quel numero e lo applichaimo al punto di partenza del taglio del 2024, otteniamo una proiezione teorica della market cap intorno ai 4,5 trilioni di dollari.
⚠️ Ma attenzione: questa media è drogata dal 2020, un ciclo irripetibile. Se lo escludiamo, la crescita media post-taglio scende molto.
Quindi i 4,5T non sono un “target”, ma una possibilità. Quello che il grafico serve a mostrare è la logica storica: quando la Fed apre i rubinetti, il capitale trova sempre la strada degli asset più rischiosi e più piccoli.
E le altcoin reagiscono in modo sproporzionato e violento rispetto a BTC ed ETH.
Magari non arriveremo a 4,5T. Ma anche se ci fermassimo molto prima, il potenziale di upside resta enorme rispetto ai livelli attuali.
🗺️ Dove siamo oggi
Ora tutto lascia intendere che un nuovo ciclo di tagli potrebbe iniziare già il mese prossimo.
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