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Wagmi PRO | Trump, Guerre Commerciali e Mercati Isterici 📉

Benvenuti nel 2025! Ma non doveva essere l'anno della bull-run più esplosiva di sempre?

Tutti si aspettavano il famoso Trump Rally, con mercati alle stelle, champagne che scorre a Wall Street e meme crypto bullish su Twitter.


E invece…


Nasdaq giù del 6%, Bitcoin del 7%, e mentre gli analisti cercavano segnali di forza, Trump ha deciso di celebrare il suo Liberation Day mettendo dazi praticamente su tutto quello che si muove.


Il risultato? Un bel mix esplosivo di panico, paure inflattive e mercati che si contorcono.


Detto ciò, mi ripeto: benvenuti nel 2025, dove le guerre commerciali tornano di moda e gli investitori in balia dei mercati isterici riscoprono l'ebbrezza del sell first, think later.


Ma lo so che a voi interessa solo questo: quali effetti avrà davvero tutto ciò sul mercato delle crypto? Cerchiamo di capirlo insieme.



Liberation Day: L’inizio di una Nuova Guerra Commerciale


Il 2 aprile 2025 verrà ricordato come il "Liberation Day" negli Stati Uniti, ma per il resto del mondo sarà probabilmente l’inizio di una nuova era di tensioni economiche. Con un annuncio senza precedenti, Donald Trump ha dichiarato un’emergenza economica nazionale e imposto dazi su tutte le importazioni, con tariffe ancora più alte per quei paesi considerati “offensori commerciali".


La Cina è stata la più colpita, con un’aliquota tariffaria combinata del 54%, seguita dal Vietnam (46%), dall’UE (20%) e dalla Cambogia (49%).


Questa mossa, presentata da Trump come un piano per riportare le industrie americane in patria, ha immediatamente destabilizzato i mercati globali. Il Dow Jones è sceso dello 0,61%, l’S&P 500 ha perso l’1,69%, ma è stato il Nasdaq a subire il colpo più duro, con un crollo del 6% in poche ore, riflettendo il peso che queste nuove barriere commerciali avranno sulle aziende tecnologiche, molte delle quali dipendono dalla supply chain globale.


Anche Bitcoin ha reagito con un calo del 7%, un movimento che a prima vista può sembrare contro-intuitivo.


Se i dazi impattano direttamente i costi di produzione e i margini aziendali, spiegando il calo del Nasdaq, perché Bitcoin — che è indipendente da questi fattori — ha seguito la stessa direzione?

Cerchiamo prima di tutto di capire gli effetti dei dazi sull'economia reale.


Ray Dalio, noto per il suo approccio ai cicli economici, ha analizzato in questo articolo l’impatto dei dazi, spiegando come abbiano sia effetti diretti sull'economia (di primo ordine) che effetti indiretti (di secondo ordine).


Effetti diretti: perché i dazi cambiano le regole del gioco?


I dazi, in parole povere, sono tasse sulle importazioni che modificano il flusso del commercio globale.


Secondo Dalio gli effetti diretti sono:


  • Tassazione nascosta – Sembrano colpire i produttori esteri, ma alla fine il conto lo pagano anche i consumatori interni con prezzi più alti.

  • Inefficienza economica – Tagliano le gambe alla libera concorrenza, rendendo la produzione meno efficiente.

  • Stagflazione – Depressione per chi esporta (deflazione), ma aumento dei prezzi per chi importa (inflazione).

  • Protezionismo – Le aziende nazionali sopravvivono con meno concorrenza, ma diventano più inefficienti nel lungo termine.

  • Strumento di guerra economica – In caso di conflitti geopolitici, i dazi servono a garantire l’autosufficienza industriale.

  • Meno dipendenza estera – Riducono i deficit commerciali e la necessità di capitali stranieri, come strategia in tempi di tensioni globali.


Effetti indiretti: il domino delle reazioni


Questi sono effetti che non si verificano arbitrariamente, ma dipendono dalle reazioni di governi e banche centrali, ad esempio:


  • Se i paesi colpiti rispondono con dazi reciproci, aumenta la stagflazione globale.

  • Se le banche centrali modificano i tassi di interesse o stampano moneta, le valute si adattano con effetti diversi sui mercati.

  • Se i governi cambiano le politiche fiscali, potrebbero attenuare o amplificare gli effetti dei dazi.


Insomma, Dalio avverte che il mondo sta entrando in una fase di aggiustamenti forzati: il debito e gli squilibri commerciali sono fuori controllo, e i governi dovranno prendere decisioni drastiche.


Ad oggi, il dollaro rimane il perno del sistema finanziario globale, ma questa posizione di privilegio è sempre più fragile. Nel frattempo, si parla di possibili accordi tra USA e Cina per rivalutare lo yuan e riequilibrare le tensioni.


Il punto chiave è che queste dinamiche non colpiscono solo il Nasdaq o l’economia tradizionale: il mercato cripto non è assolutamente immune a tutto ciò!


Ok, tutto chiaro, ma quindi il calo di Bitcoin ha senso o sta solo seguendo l’isteria generale?


Ad una prima lettura, i dazi e la guerra commerciale aumentano il rischio sistemico, spingendo gli investitori a vendere asset più volatili per ridurre la loro esposizione, in favore di titoli più sicuri e liquidità.


Ma c’è un’altra chiave di lettura.


Se da un lato la paura ha innescato vendite nel breve periodo, nel medio termine le conseguenze macro di questa nuova politica protezionistica potrebbero favorire proprio gli asset come Bitcoin.


Ma come?


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