Wagmi PRO | 🔮 Quale sarà il prezzo di Ethereum nel 2030?
- Wagmi Team

- 28 lug
- Tempo di lettura: 18 min
Ethereum è da anni al centro dell’innovazione web3, ma oggi qualcosa sta cambiando in profondità. Non parliamo di narrativa, hype o nuovi protocolli. Parliamo di trasformazioni strutturali che stanno spingendo Ethereum oltre il ruolo di “piattaforma per smart contract” per farlo diventare la spina dorsale dell’infrastruttura finanziaria e digitale globale.
Questo report non si limita a lanciare un numero provocatorio sul prezzo futuro di ETH.
È un’analisi ragionata di dove Ethereum sta andando, cosa lo sta trasformando — e perché questo potrebbe riscrivere le regole della valutazione stessa di una blockchain.

🧩 Ethereum non è più lo stesso di ieri
Nel 2017, un gruppo di ricercatori di Google pubblicò un paper che introduceva una nuova architettura chiamata transformer.
All’epoca non fece notizia, ma quel documento pose silenziosamente le basi per ChatGPT, Perplexity, Claude e l’intera ondata di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) che oggi conosciamo.
Fu la scintilla che accese l’esplosione dell’intelligenza artificiale.
Ora, il mondo crypto potrebbe trovarsi davanti a un momento simile. Un punto di svolta.
La parola magica in questo caso è ZK real-time proving (tra poco capiamo cosa significa).
Per cominciarer a introdurre il concetto partiamo da questa rapida panoramica di alcune delle principali blockchain e del numero di transazioni al secondo (TPS) che sono in grado di gestire attualmente:

Come vedi ad oggi Solana è in testa con oltre 1.000 transazioni reali al secondo (TPS). Una distanza abissale rispetto alla concorrenza, dove la maggior parte delle chain fatica a superare quota 100.
E poi c’è Ethereum: ancora fermo a 16 TPS. Sì, sedici. 😔
Ma qui arriva il punto: questa nuova tecnologia (appunto la ZK real-time proving) potrebbe non cambiare molto per altre blockchain… Ma per Ethereum, è potenzialmente un cambio di paradigma perchè potrebbe trasformarla in una rete da oltre 10.000 TPS (secondo le stime più ottimiste)—e questo senza nemmeno contare i layer 2. Uno scenario che riscrive le regole per tutto l’ecosistema Ethereum.
E la scalabilità, incredibilmente, non è neanche l’unico punto di forza.
Consideriamo anche:
Un cambio radicale nella leadership di ETH.
Una roadmap aggiornata.
Due lanci strategici in arrivo nel 2026.
ETF di staking in arrivo.
La SEC più accomodante verso la DeFi:
Ethereum non sta solo facendo un upgrade tecnico, sta attraversando una vera e propria trasformazione strutturale.
Nuova Leadership per Ethereum
Il compito numero uno di chi guida un progetto è mantenere il prodotto competitivo, rilevante, vivo. Non lasciare che si perda in labirinti accademici o si dissolva per inerzia.
Ecco perché Ethereum, negli ultimi anni, ha deluso molti:
Nessuna direzione chiara: mancava una north star condivisa dalla community
Troppa teoria, poca esecuzione
Roadmap dilatate nel tempo, mentre la concorrenza avanza rapidamente
Strategia L2 necessaria, ma frammentata e incapace di trattenere valore
Questi aspetti sono stati sottolineati da builder, nvestitori, e dall’intera community.
Era evidente, Ethereum doveva cambiare, e l’ha fatto.
🆕 Sono arrivati due nuovi co-executive directors. Una scelta inedita, ma che potrebbe rivelarsi geniale.
Hsiao-Wei Wang rappresenta il cuore tecnico e visionario della Ethereum Foundation. È l’anima “ricerca e valori di lungo periodo”.
Tomasz Stanczak porta invece una mentalità da builder: ha guidato Nethermind (oltre 200 persone) e sa cosa vuol dire operare in ambienti iper-competitivi.
Insieme, uniscono visione e execution. Ed è proprio questa la formula che Ethereum aveva bisogno di ritrovare.
La community chiedeva cambiamento, chiarezza, momentum. E questa volta sembra che la Ethereum Foundation stia davvero ascoltando.
Mentre la Hsiao è meno pubblica, quindi è difficile valutarla, Tomasz si è già espresso in vari podcast, e quello che ha detto è bastato a dare fiducia: c’è finalmente una leadership che ascolta, comprende e agisce.
📣 Ethereum a Washington: arriva Etherealize
E non è solo una questione di leadership interna. Ethereum ha bisogno anche di una voce esterna, forte, capace di parlare ai regolatori, agli istituti, ai decisori politici.
A questo serve Etherealize, una nuova iniziativa lanciata a gennaio 2025.
Obiettivo: portare Ethereum dentro i palazzi del potere. E ci stanno riuscendo.
Solo poche settimane fa, Vivek Raman, co-founder di Etherealize, ha presentato Ethereum davanti al Congresso degli Stati Uniti.
Una mossa storica. E strategica.
👉 Finalmente Ethereum ha una “lobby istituzionale” seria, finanziata, strutturata.
Il loro report destinato a banche, fondi e regolatori è disponibile anche pubblicamente.
Se non l’hai già letto, merita.
Comunque la nuova leadership non si è limitata a mostrarsi sulla carta.
Ha iniziato a lavorare subito: centinaia di call, meeting, feedback da sviluppatori, investitori e utenti.
Il primo passo? Disegnare una roadmap chiara e condivisa, semplice da comunicare e capace di unire l’ecosistema.
Perché per costruire il futuro, prima bisogna mettere tutti nella stessa direzione. E questa volta Ethereum sembra davvero averlo capito.
🛤️ Una roadmap concreta
Per anni abbiamo visto roadmap fumose, piene di EIP incomprensibili e milestone che slittavano nel tempo. Ora le cose stanno cambiando.
La nuova Ethereum Foundation ha messo nero su bianco le priorità vere e non parliamo solo di aggiornamenti tecnici, ma di un cambio di mentalità.

Ecco i tre obiettivi principali:
1️⃣ Scalare Ethereum L1 (la mainnet, non i layer 2)
Per troppo tempo Ethereum ha affidato la scalabilità solo ai layer 2.
Nel frattempo, la mainnet è rimasta con blocchi ogni 12 secondi e appena 16 TPS reali.
Nel 2025, è inaccettabile ma è in arrivo un aggiornamento radicale:
Target di crescita di 100x sulla capacità del layer 1 entro 4 anni
Riduzione del block time a 6 secondi in discussione
Ethereum non può essere la base dell’economia digitale con performance da blockchain 2016.
2️⃣ Scalare i blob (ovvero i dati per i layer 2)
Questo non significa abbandonare i layer 2—anzi. Se la crescita degli L2 continua a questo ritmo, presto i limiti attuali di archiviazione verranno saturati.
Risultato? I rollup dovranno cercare soluzioni alternative, fuori dallo standard Ethereum. Un rischio enorme.
👉 L’obiettivo della nuova roadmap è chiaro: scalare L1 e L2 insieme, non creare due mondi separati.
3️⃣ Migliorare l’esperienza utente (davvero)
Qui il punto è semplice: oggi usare Ethereum fa schifo.
Wallet, bridge, fee, UX spezzata. L’utente paga per tutto, e in cambio ottiene un’esperienza frustrante.
Ethereum deve diventare invisibile per l’utente. I layer 2 devono sembrare un’estensione naturale della chain. Nessun passaggio tecnico, nessun salto nel vuoto.
➡️ L’obiettivo è chiaro: far sentire Ethereum e L2 come un’unica chain, fluida e integrata.
Per la prima volta da anni, Ethereum ha una direzione strategica chiara.
Tutti—sviluppatori, investitori, utenti—sanno quali sono le priorità. E soprattutto: ogni upgrade verrà discusso pubblicamente, ascoltando chi costruisce e chi utilizza.
E finalmente Ethereum ha una visione comune attorno a cui ricostruire coesione, fiducia e momentum.
Nel prossimo capitolo, vedremo qual è la tecnologia chiave (già presente) che può trasformare questa roadmap in realtà.
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⚖️ Il Trilemma della Blockchain: il problema che Ethereum vuole risolvere
Se sei da un po' nel mondo crypto, probabilmente hai sentito parlare del “trilemma della blockchain”.
Ma cosa significa davvero?
È un concetto semplice da comprendere, ma potentissimo per capire i limiti tecnici delle reti come Ethereum.

Secondo questo modello, ogni blockchain deve affrontare una sfida di equilibrio tra tre fattori fondamentali (un trilemma):
Sicurezza – La capacità di proteggere il network da attacchi o manipolazioni.
Decentralizzazione – Il grado in cui la rete è distribuita, senza autorità centrali.
Scalabilità – Quante transazioni può elaborare rapidamente e a basso costo.
Il problema è che, tradizionalmente, non puoi avere tutti e tre al massimo livello.
Se aumenti la scalabilità, spesso devi sacrificare sicurezza o decentralizzazione (es: Solana).
Se punti tutto sulla sicurezza e la decentralizzazione (es: Bitcoin), la scalabilità ne soffre.
👉 Questo è il motivo per cui Ethereum è sempre stato “lento ma sicuro”. Ha privilegiato decentralizzazione e sicurezza, a discapito della velocità.
Ma ora, grazie a nuove tecnologie come ZK real-time proving, Ethereum punta a rompere questo schema, l’obiettivo è chiaro: scalabilità massiva, senza compromettere sicurezza o decentralizzazione.
E questo, se funziona, cambia tutto.
🧩 Risolvere l’impossibile: Ethereum e il trilemma che (forse) non è più un trilemma
Il punto critico è proprio questo: cercare di eccellere contemporaneamente in sicurezza, decentralizzazione e scalabilità è difficilissimo.
Ethereum ha sempre fatto una scelta chiara: massima sicurezza e decentralizzazione, sacrificando la scalabilità, insomma ha (giustamente) preferito essere lento ma affidabile, piuttosto che veloce ma fragile.
Dall’altro lato, come abbiamo già detto, blockchain come Solana hanno preso la strada opposta: altissima scalabilità, discreta sicurezza, ma molto meno decentralizzate.
In pratica: server più veloci, ma meno nodi distribuiti.
⚡️ Ma ora c’è una novità: entra in scena lo ZK Real-Time Proving, una tecnologia che promette di rompere questo compromesso una volta per tutte.
👉 Se funzionerà davvero, Ethereum potrebbe finalmente:
Scalare in modo massivo (migliaia di TPS)
Senza perdere la sua sicurezza
Né compromettere la decentralizzazione
📢 E se questo succederà davvero, Ethereum non è solo più veloce: è pronto per diventare l’infrastruttura digitale del futuro.
Nella prossima sezione chiariamo cosa è davvero il “ZK Real-Time Proving”, come funziona, perché è un "breakthrough" evolutivo e quali catalizzatori concreti stanno arrivando per ETH.
Sì, sarà un po’ tecnico. Ma ti prometto: vale la pena capirlo se vuoi investire con convinzione su Ethereum nei prossimi anni.
Let’s dive in.
🧪 ZK Real-Time Proving: il cuore dell’evoluzione di Ethereum
Per capire cosa sta davvero cambiando, dobbiamo fare un passo indietro e vedere come funziona Ethereum oggi.

🔁 Un blocco ogni 12 secondi
Ethereum elabora un nuovo “blocco” di transazioni ogni 12 secondi, ogni transazione consuma una certa quantità di gas, che viene pagato in Gwei, un’unità molto piccola di $ETH.
📊 1 Gwei = 0,000000001 ETH
Ogni blocco su Ethereum ha un limite massimo di circa 30 milioni di unità di gas – questa è la vera “capienza” del blocco, perché determina quante transazioni possono essere incluse in ogni ciclo di 12 secondi.
In media, una transazione complessa (come quelle su DEX o smart contract) consuma circa 180.000 gas, quindi ogni blocco può contenere circa 160–170 transazioni.
Dividendo per il tempo tra un blocco e l’altro, ne risulta che Ethereum gestisce in media 13–15 transazioni al secondo (TPS).
Ora capisci perché è così “lento” rispetto a chain come Solana o Avalanche?
🤔 Ma perché esiste questo limite di gas?
La risposta è controintuitiva, ma fondamentale: per garantire maggiore decentralizzazione.
Il gas limit è stato pensato per assicurare che anche un nodo casalingo, con un normale computer, possa partecipare alla validazione della rete.
🔌 Più nodi indipendenti = maggiore decentralizzazione.
Un valore che Ethereum ha sempre messo al centro della sua filosofia.
Il problema?
Con il tempo, Il network è cresciuto, la domanda è esplosa e questo limite si è trasformato in un collo di bottiglia strutturale.
⚙️ Come funziona lo ZK Real-Time Proving
ZK sta per Zero-Knowledge: una tecnologia che permette di verificare l’esattezza di una transazione senza doverla ricalcolare completamente.
Lo ZK Real-Time Proving fa un passo in più:
📌 Genera prove crittografiche in tempo reale, all’interno della finestra di 12 secondi di ogni blocco.
📌 Consente di processare molte più transazioni, senza aumentare il carico computazionale per i validatori.
📌 Mantiene la decentralizzazione intatta, ma rimuove il freno alla scalabilità.

📊 Cosa significa tutto questo in termini di numeri?
Nel diagramma qui sopra, viene utilizzato un limite di gas ipotetico di 2 miliardi per rappresentare una capacità di circa 1.000 transazioni al secondo (TPS).
Ma la verità è che Ethereum può spingersi molto oltre.
✍️ Secondo i ricercatori della Ethereum Foundation, il network ha realisticamente il potenziale per raggiungere le 1.000 TPS reali entro il 2027 o 2028—e questo è solo l’inizio.
Sì, ci sono ancora alcune sfide tecniche da risolvere (e ci arriveremo tra poco),
ma per ora teniamo il focus su ciò che conta davvero:
Ethereum si sta evolvendo, e i prossimi upgrade nel 2026 possono cambiare il mercato in profondità sia in termini di adozione istituzionale che di user experience.
Questa nuova evoluzione tecnologica cambia davvero tutto e nel prossimo capitolo vediamo come funziona concretamente, chi la sta implementando, e cosa significa per Ethereum nei prossimi anni.
🔗 Native & Based Rollups: Ethereum diventa la vera casa dei layer 2
Oggi Ethereum, oltre alla sua mainnet, funziona principalmente come:
Settlement layer – cioè il luogo dove si finalizzano le transazioni dei rollup.
Data availability layer – cioè lo spazio dove i rollup salvano i loro dati, sfruttando la sicurezza di Ethereum.
In pratica, Ethereum è diventato il notaio ultra-sicuro del web3, ma non ospita direttamente gran parte dell’attività on-chain.
Ma da inizio 2026, sta per arrivare una rivoluzione tecnica che potrebbe cambiare completamente questo equilibrio:
👉 Native Rollups
👉 Based Rollups
Due upgrade distinti, ma sinergici, che porteranno i rollup più vicino che mai al cuore di Ethereum.
🖼️ Dai un’occhiata al grafico qui sotto per capire come funzionano.

Vediamoli nel dettaglio.
🔹 Validium
I Validium sono chain che si appoggiano a Ethereum solo per il settlement (cioè la finalizzazione delle transazioni).
Tutto il resto — validazione, dati, esecuzione — avviene fuori dal network Ethereum.
📌 Un buon esempio è Immutable, un layer 2 dedicato al gaming.
🔸 Rollups (Optimism, Arbitrum…)
Questi sono i rollup classici.
Usano Ethereum sia per finalizzare le transazioni, sia per salvare i dati delle transazioni, sfruttando la funzione di data availability del layer 1.
La maggior parte oggi usa la tecnologia Optimistic Rollup, ma nel tempo stanno migrando verso i ZK Rollup. (Anche se non è il focus di questo report.)
🧩 Based Rollups
Qui le cose si fanno interessanti.
I Based Rollup fanno tutto quello che fanno i rollup classici, ma in più delegano a Ethereum anche l’ordinamento delle transazioni.
In altre parole: non serve un sequencer centralizzato.
Questo elimina uno dei problemi più grossi dei rollup attuali: la frammentazione.
Oggi ogni rollup vive nel suo mondo, non parla con gli altri, la liquidità si spezza, l’esperienza utente è disordinata.
💡 La svolta? Si chiama composability sincrona universale.
👉 Significa che i rollup potranno collaborare in tempo reale, senza ponti o bridge.
Tutto viene eseguito sullo stesso blocco Ethereum, con un unico grande bacino di utenti e liquidità.
Risultato?
Interoperabilità istantanea, fluida, potente. DeFi e dApp più veloci, integrate, capaci.
🔧 Native Rollups
Infine, arriviamo al livello massimo: i Native Rollup.
Sono l’equivalente di un clone della mainnet Ethereum, ma eseguito in un rollup separato.
Stesse funzioni, stessi standard, ma con prestazioni superiori e maggiore personalizzazione.
📦 Pensato per chi vuole i benefici della blockchain — sicurezza, trasparenza, interoperabilità — senza gestire la complessità tecnica.
Perfetto per aziende, istituzioni, app o community che vogliono costruire on-chain con semplicità.
👉 Tutto viene gestito da Ethereum, aggiornamenti compresi.
Plug & play. Nessuna infrastruttura da mantenere.
🚀 Ethereum: una piattaforma modulare, non monolitica
Questi upgrade danno a Ethereum esattamente ciò che serve per servire il grosso del mercato.
La chiave è questa: Ethereum non offre uno spazio unico per tutti (come fa Solana),
ma un set di soluzioni modulari, adattabili a ogni tipo di impresa o use case.
👉 È una blockchain flessibile, progettata per scalare su milioni di esigenze diverse.
E tutto questo inizia a riflettersi anche nel prezzo.
Difficile dire se i recenti movimenti di $ETH siano direttamente legati a questi upgrade. Ma una cosa è certa:
Ethereum sta attirando sempre più attori di lungo periodo, costruttori e investitori strategici che pensano in anni, non in giorni. Non è più solo un asset speculativo.
Ethereum oggi è la scelta di default per chi vuole costruire davvero nel mondo blockchain.
Lasciamo per un attimo da parte il tema prezzo e valutazione.
Prima, concentriamoci su quello che sta per succedere concretamente. Perché Ethereum sta per essere investito da una nuova ondata di attenzione istituzionale.
🧾 ETF su Ethereum… con staking?
Sappiamo che gli ETF su Ethereum esistono già — ma senza la componente di staking.
Ora però il mercato sta guardando avanti: cosa succederà quando arriveranno gli ETF con staking integrato?
Prima di tutto, vediamo i numeri: quanto capitale sta già affluendo su $ETH tramite gli ETF attuali?

Negli ultimi mesi, i flussi netti verso gli ETF su Ethereum stanno aumentando costantemente, con una media di circa 70 milioni di dollari al giorno.
📊 Se questo ritmo dovesse continuare, potremmo vedere afflussi per oltre 25 miliardi di dollari in un anno.
Ma allarghiamo un attimo l’inquadratura.
Dalla loro introduzione (quasi un anno fa), gli ETF su Ethereum hanno accumulato circa 4 milioni di ETH, pari a circa il 3% della supply totale — per un valore intorno ai 9 miliardi di dollari.
Fin qui, tutto interessante.
Ma la vera svolta potrebbe arrivare nei prossimi mesi, con l’atteso lancio degli Ethereum Staking ETF.
Perché sono così importanti?
Perché aggiungono una componente di rendimento a un asset tecnologico come ETH.
E quando puoi detenere un asset che ti offre apprezzamento + yield, il suo profilo d’investimento diventa molto più appetibile per fondi, banche e family office.
Questo potrebbe generare un’ondata di nuovi flussi — e spingere Ethereum verso una nuova fase di domanda strutturale.
🧠 Quanto capitale potrebbe arrivare?
Tutto dipenderà dal contesto macro, certo. Ma se davvero ci troviamo all’inizio della prossima gamba rialzista del ciclo, allora flussi tra i 20 e i 30 miliardi nei prossimi 12 mesi sono uno scenario realistico.
A prezzi attuali, significherebbe circa il 10% della supply totale di ETH assorbita solo dagli ETF.
💥 Un cambiamento enorme. E un potenziale catalizzatore diretto per il prezzo di ETH.
E non è tutto.
Gli ETF sono solo una delle forze che stanno convergendo per spingere Ethereum in avanti.
Nel prossimo capitolo, esploriamo gli altri driver — dalla narrativa macro all’adozione istituzionale — che potrebbero ridefinire il ruolo di Ethereum nei mercati globali.
🏦 Ethereum come asset di tesoreria: la nuova narrativa prende forma
Sta emergendo una nuova narrativa strategica per Ethereum: essere usato non solo come infrastruttura tecnologica, ma anche come bene di riserva nei bilanci aziendali — proprio come Bitcoin negli anni scorsi.
Nel caso specifico, Joe Lubin (co-fondatore di Ethereum e mente dietro ConsenSys) ha iniziato a costruire una strategia simile a quella di Michael Saylor, ma con $ETH al centro.
Ne abbiamo parlato in dettaglio in questo report precedente:
Se non l’hai ancora letto, ti consiglio di recuperarlo: è una guida approfondita su come ETH si sta posizionando come asset strategico, quali attori lo stanno accumulando, e quali implicazioni può avere tutto questo sulla prossima fase di mercato.
Nel report attuale, ci limitiamo a sottolineare l’evoluzione concreta di questa tesi:
SharpLink Gaming (Nasdaq: $SBET), collegata a Lubin, ha già comprato oltre 200.000 ETH
Ha messo in staking il 95% dell’asset per generare yield
E punta a portare questa strategia nella finanza tradizionale, mostrando come Ethereum non sia solo da detenere, ma anche da far fruttare
Se Lubin dovesse raccogliere anche solo una frazione dei capitali raccolti da Saylor, Ethereum si troverebbe a beneficiare di un’ondata di domanda strutturale da miliardi di dollari.
E questo, come vedremo, è solo uno dei tanti driver potenziali per ETH nei prossimi 12-24 mesi.
🏛️ La SEC si apre alla DeFi
Lo avevamo previsto: con Trump di nuovo alla Casa Bianca, il vento regolamentare negli Stati Uniti sarebbe cambiato.
E ora, il cambiamento è ufficialmente iniziato.
📢 Il nuovo presidente della SEC, Paul Atkins, ha appena tenuto un discorso che ha fatto notizia, ha aperto con una frase che — detta dalla massima autorità finanziaria americana — segna un momento storico:
“La DeFi incarna lo spirito americano: libertà economica, diritto alla proprietà e innovazione aperta.”
Una frase sola, ma che dice tutto.
Per la prima volta, la SEC riconosce pubblicamente il valore della finanza decentralizzata.
Atkins non si è limitato all’enfasi retorica, anzi ha tracciato una visione chiara e pragmatica per lo sviluppo della DeFi negli Stati Uniti:
Regole trasparenti
Esenzioni intelligenti
Supporto per l’innovazione aperta
Non è fuffa.
È una svolta di sistema che potrebbe cambiare il destino dell’intero ecosistema crypto, soprattutto nel contesto americano.
💡 Ma cosa c’entra Ethereum?
Domanda legittima.
Sembra una grande notizia per la DeFi — ma che impatto ha direttamente su $ETH?
La risposta è semplice: quasi tutta la DeFi gira su Ethereum.
Se la DeFi riceve il via libera dalle autorità, Ethereum non è solo uno spettatore — è il motore che alimenta tutto.
Ma quanto viene usato oggi questo motore?
Uno dei modi migliori per misurarlo è osservare le fee che Ethereum genera ogni giorno.
Nel prossimo paragrafo analizziamo proprio questo: quanto valore reale viene creato, movimentato e monetizzato su Ethereum oggi? E perché questo è un segnale fondamentale per capire la forza e la resilienza del network.
💸 Le fee sono in calo. È un problema? Non proprio.
Ogni volta che qualcuno usa Ethereum — che sia per scambiare token, mintare NFT o interagire con una dApp DeFi — paga una commissione (fee).
Quindi più viene usata la rete, più fee vengono generate.
📈 Le fee sono uno dei modi più semplici (e solidi) per misurare la domanda reale.

Ora, parliamoci chiaro:
👎 Il grafico delle fee oggi non è entusiasmante.
Nel 2021 Ethereum incassava anche oltre 1 miliardo di dollari al mese in fee.
Oggi siamo intorno ai 50 milioni. Una caduta importante.
❗️Ma attenzione: non è necessariamente un segnale negativo.
Il ciclo 2020-2021 è stato un’eccezione. All’epoca Ethereum era quasi l’unica piattaforma che funzionava davvero, con liquidità, utenti e hype. La gente pagava fee assurde pur di concludere una transazione.
(Sì, anche tu hai probabilmente pagato 100$ per mintare un NFT o fare una tx.)
Ma quel modello non era sostenibile.
Il passaggio a Layer 2 ha funzionato
Nel 2021 Ethereum ha deciso di non scalare la mainnet, ma di costruire un’architettura modulare:
✅ Layer 2 più veloci ed economici (come Arbitrum, Optimism, Base…),
✅ sempre ancorati alla sicurezza del layer 1.
Questa strategia ha funzionato: la capacità del network è aumentata di 17 volte.
Ma c’è un effetto collaterale:
🟡 le fee totali sono calate, perché molte transazioni ora avvengono sui L2.
🟡 anche la mainnet è diventato più efficiente: le transazioni costano meno.
🚀 E nei prossimi 12 mesi?
Il gas limit di Ethereum mainnet aumenterà di almeno 3x
Il blobspace per i L2 crescerà fino a 6x
📊 In totale:
→ la mainnet potrà gestire 3 volte più attività
→ i L2 fino a 6 volte tanto
Un’enorme evoluzione in termini di scalabilità strutturale.
Ma c’è un punto chiave:
Se l’offerta di spazio aumenta più velocemente della domanda, le fee continueranno a scendere.
Ottimo per gli utenti. Meno per le metriche finanziarie a breve termine.
🧠 Il problema è nel metro di valutazione
Il fatto è che giudicare una blockchain solo in base alle fee è un errore concettuale.
Nel mondo tradizionale, aziende = profitti = multipli (tipo Price-to-Earnings).
Ma le blockchain non sono aziende. Sono reti.
🔗 Il valore non viene dalle “vendite”, ma da:
quanti utenti le usano,
quante app ci costruiscono sopra,
quanta ricchezza viene custodita al loro interno.
Ogni nuovo nodo, app o dollaro aggiunto rende il network più utile e più resiliente.
🔥 Ethereum oggi: sostenibile, sicuro e con potenziale deflattivo
Solo il 2,5% di emissione di nuovi token annuale
Solo il 20% delle fee va ai validatori
L’80% delle fee viene bruciato
→ Inflazione netta: circa 0,78%
→ Se l’attività cresce, Ethereum può diventare deflattivo

Ora che abbiamo fatto chiarezza, possiamo finalmente guardare al prezzo attuale di ETH e iniziare a ragionare su come si valuta davvero una blockchain.
💰 Quanto dovrebbe valere davvero Ethereum?
Diciamolo chiaramente: Ethereum negli ultimi anni non ha tenuto il passo con Bitcoin, né con L1 più “spettacolari” come Solana o Sui.
📊 Basta guardare il grafico qui sotto.

Oggi $ETH naviga intorno ai $3.500, ancora -30% dal suo massimo storico.
E il fatto che potessi comprarlo a questi prezzi anche a maggio 2021… fa un po’ male.
Dà la sensazione di un asset fermo, nonostante tutto il progresso tecnologico degli ultimi anni.
Ma forse il problema è proprio questo: guardiamo al passato come metro per il futuro.
E quello è un filtro pericoloso.
Ad esempio, solo perché $ETH ha toccato certi prezzi durante il bull market del 2021 non significa che debba tornarci “per forza”, soprattutto ora che i fondamentali e il contesto macro sono completamente cambiati.
Quindi, la vera domanda è: quanto dovrebbe valere davvero Ethereum?
E' ora di fare una valutazione non sulla base dell’hype passato, ma basandoci solo su quello che Ethereum sta facendo oggi e su dove può arrivare domani.
🧮 Cosa ci dicono i numeri
Oggi Ethereum ha una market cap di circa $360 miliardi e il network dovrebbe generare $1,8 miliardi in fee quest’anno.
Anche applicando un generoso multiplo di 100x (molto generoso, di solito si calcolano multipli x20, o x50), arriviamo a $180 miliardi di valore giustificabile.
Considerando che le fee sono in calo anno su anno, possiamo ridurre quella stima a $120 miliardi.
👉 Quindi, solo un terzo della market cap attuale è giustificabile con metriche tradizionali tipo DCF.
E il resto?
💡 Lo stesso meccanismo che sostiene Bitcoin: la fiducia condivisa.
Ethereum non è solo un’infrastruttura. Sempre più persone lo vedono come una store of value (SOV) per il lungo termine.
Un asset in cui parcheggiare ricchezza, protetto, aperto e resistente.
🏗️ Ma cosa serve davvero per diventare uno Store of Value?
Per essere una riserva di valore credibile, un asset deve essere:
Accessibile a tutti, senza permessi
Trustless e resistente alla censura, anche in futuro
Sostenibile a livello monetario, con emissione sotto controllo
Sicuro, scalabile, decentralizzato — tutto insieme
E tra tutti gli asset oggi in circolazione, Ethereum è quello che si avvicina di più a soddisfare tutti questi criteri.
Non ci siamo ancora del tutto, ma ci stiamo andando vicino.
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