🌐 Wagmi PRO Report | ETF Spot e Ciclo di Bitcoin
- Wagmi Team

- 23 giu
- Tempo di lettura: 20 min
Aggiornamento: 25 lug
Gli ETF spot hanno trasformato BTC in un asset istituzionale, cambiando profondamente tempi, dinamiche e correlazioni del mercato. Questo report esplora come l’effetto combinato di flussi regolamentati, shock di offerta e macro globali stia ridisegnando il ciclo crypto. E perché, senza strumenti adeguati, le altcoin rischiano di restare indietro. Scenari, segnali, strategie per navigare la nuova era post-halving.

Premessa
Come molti di voi sanno — e come ci piace spesso ricordare scherzando in community — non abbiamo una sfera di cristallo. Ma ci piace farci le domande giuste, anche quando queste implicano immaginare il futuro. Sei mesi prima del lancio ufficiale degli ETF spot su Bitcoin, in uno dei nostri meeting interni di Wagmi, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo posti una domanda tanto semplice quanto cruciale:
“E se davvero arrivassero gli ETF Spot? Cosa succederebbe al ciclo di Bitcoin?”
Fino a quel momento, l’halving era sempre stato il grande metronomo del mercato: ogni quattro anni, taglio della supply, aumento dell’hype, esplosione del prezzo. Ma l’arrivo degli ETF prometteva di cambiare tutto.
Più liquidità, più regolamentazione, più istituzionali.
Non sapevamo se avrebbe accelerato, esteso o appiattito il ciclo. Ma sapevamo che lo avrebbe cambiato.
Oggi, a oltre un anno dal quarto halving e con Bitcoin che ha già toccato nuovi massimi storico oltre i 1110.00$, possiamo iniziare a rispondere. Non con ipotesi, ma con dati, segnali e scenari chiari.
Questo report è il risultato di quella domanda iniziale. Un’analisi dettagliata di come gli ETF spot stanno riscrivendo il ciclo di Bitcoin, e cosa questo significa per il mercato delle altcoin, per gli investitori, e per il futuro della crypto-economia globale.
🔄 La Trasformazione del Ciclo di Bitcoin
Per anni, il ciclo di Bitcoin ha seguito un copione prevedibile quanto efficace: ogni quattro anni, il dimezzamento (halving) della ricompensa per i miner innescava un’offerta più scarsa, una domanda crescente e – come risultato – un poderoso bull market. Un meccanismo elegante, quasi mitologico, che ha scandito la storia di BTC come un metronomo.
Ma il 2024 ha introdotto un nuovo protagonista che potrebbe riscrivere questo script: gli ETF spot su Bitcoin.
Da gennaio, prodotti lanciati da colossi come BlackRock, Fidelity e Ark hanno aperto la porta a flussi istituzionali che fino a pochi mesi fa erano impensabili per un asset ancora visto da molti come "sperimentale". Solo nei primi mesi, oltre 15 miliardi di dollari sono stati canalizzati verso Bitcoin attraverso questi veicoli regolamentati. Il risultato? BTC ha toccato i $109.000 già a gennaio 2025, un massimo storico raggiunto prima del solito apice post-halving.
Ma non si tratta solo di un’accelerazione temporale.
Stiamo assistendo a una trasformazione strutturale.
Il ciclo quadriennale non sta scomparendo: si sta evolvendo. Non è più solo un pattern tecnico basato sull’offerta, ma un sistema immerso in dinamiche macro, flussi istituzionali, politiche fiscali e – ora – anche geopolitica monetaria.
Da un lato, abbiamo la crisi fiscale globale: i governi occidentali sono soffocati da montagne di debito che devono rifinanziare a tassi sempre più alti. Questo mina la fiducia nei titoli di stato e, indirettamente, alimenta l’interesse verso asset alternativi e scarsamente inflazionabili come Bitcoin.
Dall’altro, emergono segnali strategici clamorosi: il presidente Trump ha annunciato la creazione di una "Strategic Bitcoin Reserve" come parte delle riserve statali USA, alimentata inizialmente dai BTC sequestrati dal governo. Allo stesso tempo, Trump Media ha pianificato l’acquisto di $2,5 miliardi in Bitcoin attraverso una strategia simile a quella di MicroStrategy, usando debito convertibile.
Questa è la nuova realtà: Bitcoin non è più solo un asset speculativo per retail e pionieri. È una riserva di valore strategica che governi, aziende e fondi sovrani stanno iniziando a considerare al pari dell’oro.
E le implicazioni sono profonde: per il prezzo, per la volatilità, per la ciclicità e – soprattutto – per l’intero ecosistema cripto. Le altcoin, in particolare, si trovano di fronte a un bivio: senza strumenti istituzionali adeguati (ETF, riserve, regolamentazione), rischiano di restare ai margini mentre BTC diventa mainstream.
Questo report è una guida per capire dove ci troviamo e dove potremmo andare nel prossimo futuro.
Il ciclo non è morto. È solo cambiato. E chi continua a leggere il grafico con le lenti del 2021… rischia di perdere il nuovo trend.
ETF Spot e Ciclo Quadriennale: Accelerazione o Estensione?
⏩ Un ciclo invertito.
Nel ciclo attuale, Bitcoin ha infranto il suo precedente massimo storico di circa $69.000 il 5 marzo 2024, oltre un mese prima del quarto halving avvenuto il 19 aprile 2024.
Nei cicli precedenti, il superamento del vecchio ATH avveniva dopo il halving:
Halving 2016: superamento del vecchio ATH (~$1.150) dopo 235 giorni.
Halving 2020: superamento del vecchio ATH (~$20.000) dopo 219 giorni.
Questa inversione temporale indica un cambiamento strutturale nel comportamento del mercato, probabilmente influenzato da fattori come l'introduzione degli ETF spot su Bitcoin e l'aumento dell'interesse istituzionale.
Dopo il breakout, Bitcoin ha continuato a salire, raggiungendo un nuovo massimo storico di $111.970 il 22 maggio 2025, 397 giorni dopo l'halving.
Questa sequenza suggerisce che il ciclo attuale ha visto una fase di accumulazione più lunga e meno euforica, seguita da un rally più rapido e intenso una volta superata la resistenza del vecchio ATH.
📈 A cosa è dovuto questo fenomeno?
Tre fattori chiave:
Flussi ETF massicci: l'approvazione degli ETF spot a inizio 2024 ha innescato una vera corsa all'acquisto da parte di investitori istituzionali. BlackRock, Fidelity e altri emittenti hanno attratto miliardi di dollari in poche settimane, creando una domanda netta e costante di BTC, che ha spinto i prezzi a rompere il vecchio massimo prima ancora del halving.
Anticipazione del ciclo: con l’arrivo di nuovi strumenti regolamentati, i grandi capitali sono entrati in anticipo rispetto al tipico delay post-halving, comprimendo i tempi del rally e innescando una dinamica da “mini-superciclo”.
Narrativa macro: il contesto di debito elevato, rischio sovrano e divergenze monetarie globali ha rafforzato la narrativa di Bitcoin come asset rifugio macro-strategico, spingendo molti allocatori istituzionali a inserirlo in portafoglio come copertura.

L’accelerazione del ciclo è il riflesso di un mercato che matura: “Le cose si muovono più rapidamente perché il mercato è più liquido e meno dipendente dal retail”.
Anche secondo Vugar Usi Zade (Bitget), l’impatto degli ETF è evidente: “Gli acquisti continui degli istituzionali, uniti alla scarsità post-halving, stanno comprimendo il tempo necessario a raggiungere nuovi top di mercato”.
👉 In sintesi: il bull market è arrivato prima, ma questo potrebbe avere conseguenze anche sulla durata complessiva del ciclo – un tema che esploriamo nel prossimo paragrafo.
🧘 Estensione e Maturazione
Se da un lato l’arrivo degli ETF spot ha anticipato l’inizio del bull market, dall’altro i dati post-halving raccontano una storia più sfumata. A circa un anno dal halving di aprile 2024, Bitcoin è salito di circa +40% – una performance positiva, ma decisamente più moderata rispetto ai cicli passati.
Nel 2020, ad esempio, BTC era già cresciuto di oltre +800% a un anno dal halving.
Non è solo una questione di numeri: è un cambiamento qualitativo. Il ciclo attuale sembra meno trainato dall’hype speculativo e più guidato da un’allocazione strategica di capitale.
Questa transizione riflette un processo di maturazione del mercato:
Gli investitori istituzionali che operano tramite ETF non inseguono pump & dump, ma allocano con orizzonti di medio-lungo periodo, in logica di diversificazione e risk management.
La volatilità si è ridotta: il ciclo 2024–2025, pur essendo rialzista, si è sviluppato in modo più “ordinato”, senza gli strappi verticali dei cicli passati.
Le correlazioni con gli asset tradizionali (S&P500, oro, M2 globale) sono diventate più episodiche, guidate dai regimi di liquidità globali anziché da narrazioni crypto-isolate.
Come ha osservato Cointelegraph:
“Non è un ciclo di liquidità selvaggia, ma di distribuzione raffinata” –i capitali fluiscono in Bitcoin attraverso canali regolamentati e disciplinati, non più sull’onda delle meme coin o dell’altseason retail.
In parallelo, analisti come quelli di Bitcoin Magazine e Glassnode suggeriscono che i cicli si stiano allungando man mano che:
La market cap cresce.
I reward da mining perdono rilevanza sullo stock totale.
Nuove forze macro entrano in gioco.
Il vecchio modello “4 anni = 1 bull market” potrebbe quindi cedere il passo a cicli più lenti, smussati, ma più robusti.
👉 In sintesi: il ciclo post-2024 sembra più lungo e meno violento, una “normalizzazione” che molti investitori leggono come un segnale positivo, Bitcoin sta diventando un asset maturo, integrato nei portafogli globali e capace di muoversi in armonia con le logiche macro.
🧬 Wyckoff, Istituzionali e Cicli più Lunghi: verso una nuova morfologia di mercato
La transizione che stiamo osservando nel ciclo post-ETF non riguarda solo il timing (più veloce nei breakout) o l’intensità (più smorzata post-halving), ma anche la forma stessa dei cicli di mercato. Per capire meglio questa trasformazione, possiamo ricorrere alla teoria classica di Wyckoff, ancora oggi estremamente rilevante nell’analisi dei mercati finanziari.
Secondo la visione di Richard Wyckoff, i mercati si muovono attraverso fasi ricorrenti di accumulazione, markup, distribuzione e markdown. Quando il mercato è dominato da partecipanti retail o da operatori speculativi, queste fasi tendono a essere brevi, violente e cariche di volatilità.
Ma all’aumentare della liquidità e del numero di partecipanti istituzionali, la dinamica cambia:
I pattern si allungano nel tempo: l’accumulazione e la distribuzione richiedono mesi (se non anni) per completarsi, perché gli operatori istituzionali devono muovere volumi enormi senza destabilizzare il mercato.
La volatilità si attenua: l’azione dei prezzi si “appiattisce” in ampiezza, con oscillazioni meno estreme ma più persistenti.
Il comportamento diventa più strutturato: i movimenti di prezzo rispecchiano flussi costanti di capitale, non più esplosioni emotive legate a news o hype.
🔍 Cosa ci dicono i dati oggi?
Questa teoria sembra descrivere perfettamente la morfologia del mercato Bitcoin 2024–2025:
Dopo il breakout del massimo storico a marzo 2024, abbiamo visto una lunga fase di consolidamento ad alta capitalizzazione, seguita da un rally ordinato verso nuovi top a maggio 2025. Nessuna FOMO parabolica, nessun blow-off top.
Gli afflussi nei Bitcoin ETF hanno seguito un pattern coerente con le fasi wyckoffiane: prima un’accumulazione regolare, poi una markup lineare. Secondo UTXO Management, gli afflussi istituzionali potrebbero raggiungere $120 miliardi entro fine 2025 e $300 miliardi nel 2026 – cifre che rendono impensabile una price action frenetica e retail-driven come nei cicli passati.
Gli analisti on-chain rilevano una crescente concentrazione di BTC in mani forti (long-term holders) e una volatilità implicita in calo – entrambi segnali di una struttura di mercato più stabile, coerente con la lettura wyckoffiana.
🔊 ETF come amplificatore della scarsità
Uno degli effetti più potenti — e forse meno compresi — dell’introduzione degli ETF spot è il loro impatto sulla dinamica domanda/offerta di Bitcoin. In un sistema già programmato per diventare progressivamente più scarso attraverso i halving, l’arrivo degli ETF ha agito come moltiplicatore di scarsità.
Con l’halving di aprile 2024, la ricompensa per i miner è passata da 6,25 a 3,125 BTC per blocco: significa che ogni giorno vengono creati poco più di 450 nuovi Bitcoin. A un prezzo di mercato di $70.000, questo equivale a circa $31 milioni al giorno di nuova offerta.
Ora confrontiamolo con i dati sugli afflussi: nei mesi successivi all’approvazione degli ETF spot, i principali fondi (come quelli di BlackRock, Fidelity, ARK e altri) hanno acquistato BTC a un ritmo medio superiore a $200 milioni al giorno. Questo significa che gli ETF stanno assorbendo sei volte più Bitcoin di quanti ne vengano prodotti ogni giorno.

Questa dinamica ha creato uno shock di offerta senza precedenti nella storia di Bitcoin:
Il flottante disponibile si è ridotto drasticamente. Gran parte dei BTC accumulati dagli ETF è in custodia presso entità come Coinbase Custody o Fidelity Digital Assets, e viene immobilizzata in portafogli che non interagiscono con il mercato spot.
Il numero di BTC in mano a holder di lungo periodo è ai massimi storici, come evidenziato dai dati on-chain di Glassnode. In pratica, meno Bitcoin sono “in gioco”, e la porzione di supply effettivamente liquida si restringe sempre più.
Come nota Chainalysis, il comportamento degli ETF amplifica il classico effetto del halving: meno offerta + più domanda = pressione rialzista sui prezzi, ma con una velocità e intensità che non ha precedenti.

Questo spiega perché, anche in assenza di un eccesso di entusiasmo retail o una vera altseason, Bitcoin sia riuscito a rompere il suo massimo storico così rapidamente: l’interazione tra halving e ETF ha funzionato come una leva doppia sulla scarsità.
Infine, va considerato un effetto secondario ma cruciale: l’acquisto di BTC da parte degli ETF non genera rotazione interna verso altcoin (come accadeva in cicli precedenti), ma blinda i fondi all’interno di BTC stesso. È un effetto “aspirapolvere” sulla liquidità disponibile per altri asset cripto, rendendo Bitcoin ancora più dominante nel panorama attuale.
In sintesi, gli ETF non solo hanno aumentato la domanda, ma hanno riscritto le regole del gioco sul lato dell’offerta, accelerando l’effetto scarsità e contribuendo a rendere Bitcoin un asset sempre più monetario e meno speculativo.
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🌐 BTC e mercati globali
Una delle trasformazioni più profonde del ciclo di Bitcoin post-ETF è la sua crescente integrazione con il sistema finanziario globale.
Se nei cicli passati BTC sembrava seguire un ritmo tutto suo — guidato dal calendario dell’halving, dall’adozione retail e da euforie endogene — oggi il suo comportamento riflette sempre più i grandi driver macroeconomici.
Questa trasformazione è visibile analizzando i flussi di capitale nei principali ETF Bitcoin: nel corso del 2024 e inizio 2025, gli afflussi e i deflussi giornalieri sono stati altamente sensibili a eventi esogeni, come:
Decisioni di politica monetaria della Fed (specie i segnali sul pivot atteso per la fine del 2025),
Dati sull’inflazione USA (CPI, PCE), che alterano le aspettative sui tassi e quindi sulla domanda di asset risk-on,
Tensioni geopolitiche (Medio Oriente, Taiwan, relazioni USA-Cina),
Andamento del dollaro e dei rendimenti obbligazionari, che influenzano l’appetito per asset alternativi.
In altre parole, il ciclo di Bitcoin non vive più in una bolla autoreferenziale. È immerso in un contesto sistemico dominato dalla liquidità globale, dal ciclo dei tassi e dalla stabilità geopolitica.
Come evidenziato nel report Wagmi PRO - Liquidità Globale (maggio 2025), la liquidità aggregata delle banche centrali ha toccato un nuovo massimo storico a 177,2 trilioni di dollari. Questo è il “mare” in cui oggi naviga Bitcoin: quando la marea sale, BTC beneficia; quando si ritira, anche BTC soffre.

Questa nuova realtà comporta due effetti:
Maggiore prevedibilità del ciclo, ma anche minore autonomia: Bitcoin tende a muoversi in sintonia con gli asset tradizionali, in particolare con l’azionario (S&P 500) e gli indicatori di liquidità (M2, Howell Index). Le correlazioni rolling mostrano una discesa rispetto al picco del 2024, ma restano rilevanti (BTC–S&P ~0,25, BTC–M2 positivo, BTC–oro negativo con r² crescente).
Rischio sistemico: se in passato una crisi bancaria o una recessione globale potevano indirettamente favorire Bitcoin (come nel caso di SVB nel 2023), oggi un deterioramento macro grave potrebbe causare outflow dagli ETF, esercitando una pressione ribassista diretta. I flussi non sono più guidati solo da narrativi cripto, ma da desk istituzionali che gestiscono esposizioni su base cross-asset.
Questo cambio di paradigma rende BTC meno soggetto a frenesie speculative e più simile a un asset “benchmark” da portafoglio multi-asset.
È un’ottima notizia per chi cerca stabilità e riconoscimento istituzionale, ma implica anche che i movimenti futuri saranno più interdipendenti con la macro globale, e quindi meno guidati dal classico ciclo cripto isolato.

Bitcoin oggi balla al ritmo della liquidità globale, non solo al battito del suo halving. E per capire dove va, non basta più guardare il calendario crypto – bisogna leggere anche il bilancio della Fed.
⚖️ Altcoin: Dominance di Bitcoin e l’Altseason che non arriva
Uno degli effetti collaterali più evidenti dell’ingresso degli ETF Bitcoin è l’implosione delle dinamiche classiche di rotazione verso le altcoin. In ogni ciclo precedente, dopo la fase di rally esplosivo di BTC, si assisteva solitamente a una “altseason”: un’ondata speculativa che spingeva Ethereum, Layer 1 emergenti e progetti DeFi a guadagni vertiginosi.
Ma nel 2025, questa transizione sembra non essersi mai innescata.

📉 Dominance BTC sopra il 64%
Il primo segnale macroscopico è la dominanza di Bitcoin: la sua quota sulla capitalizzazione totale del mercato crypto è salita oltre il 64%, toccando i massimi dal 2017.
Questo è avvenuto nonostante una correzione del -11% dal massimo di gennaio 2025. La spiegazione è semplice: le altcoin sono scese molto di più.

Ethereum, il principale competitor, ha vissuto un primo trimestre disastroso: –45,3%, con il rapporto ETH/BTC crollato fino a 0,022, il minimo da quasi cinque anni.
❌ Rotazione ridotta
Il meccanismo tradizionale – profitti su BTC reinvestiti in altcoin – oggi è bloccato. Gli investitori istituzionali che acquistano BTC tramite ETF non operano su exchange cripto, e quindi non hanno accesso immediato ad altcoin. Quando decidono di prendere profitto, vendono le quote dell’ETF e incassano in dollari, non in Ethereum o Solana.
Come ha spiegato l’analista Miles Deutscher, questo ha smorzato l’effetto wealth che in passato alimentava le altseason. Senza quella liquidità residua che “traboccava” da Bitcoin verso asset più speculativi, molte altcoin restano semplicemente a secco di nuovi flussi.
🔍 Dove sono gli ETF per le altcoin?
🧩Dove sono gli ETF per le altcoin?
Un ostacolo strutturale alla ripartenza delle altcoin è l’assenza di strumenti regolamentati per la maggior parte del mercato. Gli ETF spot su Bitcoin hanno canalizzato miliardi di dollari, ma il resto del settore resta tagliato fuori.
Ethereum ha ottenuto il via libera ai suoi ETF nel 2024, ma il debutto è stato deludente: nei primi mesi del 2025, i prodotti regolamentati su ETH hanno subito deflussi netti per 228 milioni di dollari, a fronte di afflussi per oltre 1 miliardo nei Bitcoin ETF.

Gli investitori istituzionali, almeno inizialmente, hanno preferito rimanere ancorati a BTC.
Tuttavia, negli ultimi giorni qualcosa si è mosso. Il 6 giugno 2025, per la prima volta, si è registrata una chiara divergenza nei flussi ETF:
I 10 ETF su Bitcoin hanno visto deflussi netti per -2.368 BTC (circa -248 milioni di dollari), con ARK21Shares particolarmente colpito (-998 BTC).
Al contrario, i 9 ETF su Ethereum hanno segnato afflussi netti per +6.589 ETH (circa +16,6 milioni di dollari), trainati da BlackRock iShares con +13.480 ETH in un solo giorno.

Questo cambio nei flussi potrebbe segnalare una prima rotazione verso Ethereum, o più semplicemente una presa di profitto tattica su Bitcoin dopo i suoi massimi di maggio. In entrambi i casi, è un segnale importante: per la prima volta da mesi, Ethereum mostra vitalità anche tra gli allocatori istituzionali. Se il trend si confermerà, potrebbe innescare un’espansione dell’interesse regolamentato anche verso il resto delle altcoin.
Tuttavia, fuori da ETH, il panorama resta fermo. Nonostante le pressioni del settore, non esistono ancora ETF spot approvati su Solana, XRP, Avalanche o altri asset. Le approvazioni regolamentari sono lente e incerte, e la mancanza di strumenti istituzionali frena l’accesso a larga scala. Anche eventi positivi – come le vittorie legali di Ripple contro la SEC – non hanno prodotto rally sostenibili, segno che servono infrastrutture, strumenti e fiducia sistemica prima che il capitale torni davvero a fluire nel comparto altcoin.
👉 Finché questi strumenti mancheranno, la dominance di Bitcoin resterà elevata e il mercato altcoin sarà costretto a inseguire, senza il carburante necessario per una vera altseason.
🔍 Cosa Monitorare per Anticipare una Rotazione sulle Altcoin
Prima di tutto, calma e sangue freddo, perché il fatto che non abbiamo vissuto una vera e propria alt-season non implica che il capitale non tornerà mai sulle altcoin — ma che oggi mancano ancora le condizioni tecniche e infrastrutturali perché questo avvenga. Per chi cerca di anticipare una possibile rotazione nei prossimi mesi, è utile seguire alcuni segnali chiave e potenziali catalizzatori.
🏆 Candidati Forti per ETF Tematici
Se la chiave d’ingresso per BTC è stato l’ETF spot, lo stesso potrebbe valere per le altcoin.
L’approvazione anche solo di un primo ETF spot legato alle alt meno capitalizzate (es. su Solana, Avalanche, o addirittura Doge) cambierebbe drasticamente la narrativa, aprendo a una nuova classe di investitori e riducendo il gap infrastrutturale con BTC.
📈 Metriche per Intercettare una Rotazione
Oltre ai catalizzatori esogeni (ETF, narrativa media, ritorno retail), esistono segnali tecnici e on-chain che storicamente precedono una rotazione verso le altcoin:
ETH/BTC ratio: una risalita stabile sopra 0,06 è spesso il primo indizio di rotazione. Attualmente è sui minimi da 5 anni (~0,022).

Grafico ETH/BTC TVL L2 (Total Value Locked in Layer 2): crescita della TVL su Arbitrum, Optimism, Base indica aumento di attività DeFi e retail. Sotto osservazione anche Blast e ZKSync.

Volume sui DEX (Decentralized Exchanges): se supera il 20–25% del volume totale, segnala ritorno di speculazione “on-chain” e spostamento del capitale da ETF a token attivi.

Altcoin index: è uno strumento utile per valutare la forza relativa delle altcoin rispetto a Bitcoin. Quando oltre il 75% delle principali altcoin sovraperforma BTC in un periodo di 90 giorni, l'indice segnala l'inizio di una "Altcoin Season".

🔮 Scenari (2025-2027)
È arrivato finalmente il momento di dare una bella lucidata alla sfera di cristallo di Wagmi Lab – quella che teniamo chiusa in cassaforte e tiriamo fuori solo nei momenti importanti. Il ciclo è in pieno svolgimento, gli ETF sono sul tavolo, le banche centrali giocano con la liquidità... e il mercato ci chiede: dove andiamo ora?
Come sempre, a parte gli scherzi su sfere di cristallo varie, non facciamo previsioni da indovini, ma costruiamo scenari: mappe probabilistiche per orientarsi tra variabili macro, trend di mercato e comportamenti storici.
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