Wagmi PRO | ⏰ Time in the Market > Timing the Market
- Wagmi Team

- 20 ott
- Tempo di lettura: 6 min
C’è un’ossessione che accomuna tutti gli investitori, dai trader retail ai fondi macro: trovare il momento perfetto per entrare e uscire dai mercati. È un’illusione elegante, ma statisticamente devastante, i dati dicono che non serve indovinare i minimi per vincere, serve sopravvivere abbastanza a lungo da catturare i massimi. In questo report mostriamo, con prove empiriche perché restare esposti batte quasi sempre l’idea di fare "market timing” e come la variabile del tempo, più di qualunque strategia, sia il vero moltiplicatore di rendimento nel lungo periodo.

C’è una frase che ogni investitore dovrebbe tenere davanti agli occhi, scritta su un post-it accanto al grafico dei prezzi:
“Time in the market beats timing the market.”
Significa che il tempo passato dentro al mercato conta più del tentativo di indovinare quando entrare o uscire.
Non è un motto motivazionale, ma una regola statistica: la maggior parte dei guadagni si concentra in pochissime giornate, e perdersi quei momenti significa compromettere in modo quasi irreversibile la performance di lungo periodo.
📉 La lezione dello S&P 500
Prima di arrivare al nostro caro Bitcoin, vale la pena guardare cosa succede nel mercato più grande, liquido e studiato del mondo: lo S&P 500.

Negli ultimi vent’anni, chi è rimasto sempre investito ha moltiplicato il proprio capitale oltre 6 volte. Chi invece ha mancato solo le 10 migliori giornate negi ultimi 20 anni ha ridotto il rendimento a meno della metà. Chi ne ha mancate 60 (in 20 anni) , ha praticamente perso tutto il guadagno.
$10.000 investiti sempre → diventano $64.844
Saltare solo i 10 giorni migliori → rendimento dimezzato a $29.708
Saltare i 60 giorni migliori → valore finale di soli $4.205
Un altro dato molto interessante è che 7 dei 10 migliori giorni si sono verificati durante i bear market, cioè mentre la paura era massima. In altre parole, chi si è fatto prendere dal panico e ha venduto, anche solo per “aspettare tempi migliori”, ha saltato proprio le giornate che generano la gran parte dei profitti di lungo periodo.
Nel 2020, ad esempio, il secondo miglior giorno degli ultimi vent’anni è arrivato subito dopo il secondo peggiore. Questo è il cuore del paradosso:
I giorni migliori e peggiori si concentrano nelle stesse finestre di volatilità.Chi evita la discesa, si perde anche la ripresa.

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🧠 Da Wall Street a Bitcoin: stesso principio, amplificato
Se questo vale per un indice maturo, diversificato e "lento" come lo S&P 500, immagina cosa accade in un mercato iper-volatile come Bitcoin.
Infatti se nell' S&P, saltare 10 giornate riduce i rendimenti del 50%, in Bitcoin, saltare le 10 giornate di un anno può azzerarli completamente!

Secondo i dati di Fundstrat, mancare le 10 giornate migliori di Bitcoin in un anno può far perdere praticamente tutti i guadagni.
Bitcoin non è più imprevedibile: è semplicemente più concentrato. Il suo comportamento è la versione amplificata della stessa legge:
i rendimenti reali si generano in pochissimi momenti, e il tempo di esposizione al mercato è l’unico modo per catturarli.
Analizzando la price action di Bitcoin si può ben notare che i rendimenti non si distribuiscono nel tempo: si concentrano, bastano pochi giorni favorevoli per determinare quasi tutta la performance dell’anno, e chi è fuori in quei momenti resta indietro per mesi.
⏱️ Il mito del “buy the dip”
Galaxy Research ha analizzato diversi cicli e ha scoperto che detenere Bitcoin per almeno 17 mesi tende, in media, a battere anche le strategie migliori di “buy the dip”.
Le criptovalute e Bitcoin in particolare subiscono cali di prezzo più frequenti e più violenti rispetto a qualunque asset tradizionale come azioni o obbligazioni.
Dal 2013, Bitcoin ha registrato 12 episodi in cui il prezzo è sceso di oltre il 20% dal suo picco.
In confronto, l’indice S&P 500 ha sperimentato correzioni di pari entità meno della metà delle volte.
Un altro dato fondamentale riguarda la velocità:il tempo medio che Bitcoin impiega per passare dal massimo al minimo di questi movimenti è di soli 16,6 giorni, mentre per l’S&P 500 servono oltre 180 giorni per registrare un calo simile.
È naturale chiedersi:
“Non sarebbe meglio comprare solo quando Bitcoin scende?”

Galaxy ha testato questa ipotesi per capire se una strategia di buy the dip (comprare nei ribassi) e sell the peak (vendere sui massimi) possa davvero superare una strategia di investimento più costante e disciplinata, mostrando uno snapshot delle principali discese di prezzo di Bitcoin dal 2013.

Per valutare l’efficacia del market timing, Galaxy Research ha ipotizzato un investitore che riesce a comprare Bitcoin esattamente nel punto di minimo di ogni correzione pari o superiore al 20%.
Naturalmente, individuare il minimo in tempo reale è quasi impossibile, ma questo esperimento serve come benchmark illustrativo, per capire quanto il tempismo perfetto potenzialmente potrebbe rendere.
Da quel punto, sono stati analizzati i rendimenti su diversi orizzonti temporali, compresi tra 12 e 36 mesi, e confrontati con una strategia di Dollar Cost Averaging (DCA), in cui $1.000 vengono investiti in quote mensili uguali e costanti a partire dal 2014.
La stessa analisi è stata ripetuta considerando ribassi del 15%, 20% e 30%, per osservare come varia il risultato al cambiare della profondità delle correzioni.

Come già detto, nel caso di Bitcoin, detenere l’asset per almeno 17 mesi o più ha generato rendimenti superiori, in media, rispetto all’acquisto dopo i ribassi più profondi. Questo evidenzia un punto chiave:
“Time in the market” cioè il restare costantemente investiti è molto più importante che trovare il momento perfetto per entrare.
Galaxy Research ha spinto l’analisi oltre, simulando due strategie radicalmente diverse:
1: Dollar-Cost Averaging (DCA)→ Investire $7,52 ogni mese per 133 mesi (da gennaio 2014 a oggi).
2: Market Timing perfetto→ Investire $83,33 solo quando Bitcoin scende oltre il 20% (per un totale di 12 investimenti).

📈 I risultati parlano chiaro
Anche in questo scenario “ideale”, dove l’investitore riesce a comprare esattamente nei minimi delle correzioni, la strategia di accumulo costante (DCA) ha prodotto rendimenti 2,03 volte superiori rispetto al market timing perfetto.
E la conclusione resta coerente su tutti gli orizzonti temporali: considerando solo il periodo 2dal 017 a oggi (quando l’accesso al mercato crypto è diventato più semplice per gli investitori retail),la strategia DCA continua a sovraperformare, con rendimenti 1,46 volte più alti rispetto al “buy the dip” perfetto.

👉 Il messaggio è inequivocabile: anche con il miglior tempismo teorico possibile, l’accumulo disciplinato nel tempo vince comunque. Nel lungo periodo, la costanza batte la precisione, e il tempo trascorso nel mercato resta il vero moltiplicatore dei rendimenti.
💡 Il tempo come moltiplicatore
Persino chi ha comprato ai massimi storici, secondo 21Shares, è riuscito a restare in profitto semplicemente lasciando passare abbastanza tempo. Il fattore determinante non era il punto d’ingresso, ma l’orizzonte temporale.
Bitcoin è un asset che “esplode” in finestre molto ristrette: quando arriva la liquidità, il movimento è rapido e difficile da inseguire.Essere fuori in quei giorni significa restare spettatori mentre il mercato si muove senza di te.

Bitcoin è un asset che “esplode” in finestre molto ristrette. Quando arriva la liquidità, e con essa i flussi di capital, il movimento rialzista è rapido, violento e difficile da inseguire. Essere fuori in quei giorni significa restare spettatori mentre il mercato si muove senza aspettarti.
👉 La disciplina batte il tempismo.
Tutti questi studi convergono su un punto fondamentale: la disciplina batte il tempismo. Non serve essere il più brillante o il più veloce, serve solo non farsi "sbattere fuori" dal mercato nei momenti di panico.
La strategia vincente non è indovinare il giorno giusto, ma sopravvivere a quello sbagliato.
Ogni uscita dal mercato è una scommessa contro la liquidità futura e nella storia di Bitcoin, la liquidità torna sempre, spesso in modo esplosivo. Il tempo, quindi, non è solo un orizzonte: è una variabile strategica. È ciò che trasforma la volatilità in rendimento e la sopravvivenza in performance.
Se vuoi approfondire i meccanismi che spiegano perché il tempo nel mercato paga, e cosa muove davvero i prezzi nel lungo termine, ecco tre report estratti dal nostro blog da leggere subito:
🌀 The Everything Code II — Bitcoin, Liquidità e Trend Secolari→ Capirai perché la variabile che guida i prezzi non sono i tassi, ma i flussi di liquidità.
🌊 Liquidità Globale — Outlook 09/2025→ Analisi dei flussi monetari globali e delle onde di espansione che determinano i cicli di Bitcoin.
🗺️ Macro Playbook Q4 2025 — Q1 2026→ Come impostare un’esposizione strategica su Bitcoin e risk asset, calibrata sui cicli della liquidità.
🧩 Conclusione
Ogni ciclo di mercato ci ricorda la stessa lezione: non serve indovinare quando arriverà il prossimo movimento, serve essere già lì quando succede!
Stefano Inga
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